Questo è il mio blog, ma anche il vostro, in quanto qui condividerò, con chi lo desidera, i miei interessi in tutti i loro risvolti, fornendo links, video e articoli su musica, psicologia, informatica e quant' altro mi intriga. Ma spazio particolare spetterà al paranormale, nella sua più ampia accezione di tutto ciò che nel campo dello scibile umano sia ancora privo di una spiegazione "scientifica". Ed ognuno è libero di dire la sua... Enjoy it!!!
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domenica 5 ottobre 2014
Telepatia come negli ”X Men”? Esperimento di neuroscienziati sulla comunicazione tra cervelli
lunedì 6 febbraio 2012
Il paranormale di Richard Wiseman

giovedì 29 dicembre 2011
Il Mentalismo
Il mentalismo è quel ramo dell'arte magica che si occupa di misteri e prodigi della mente. Parafrasando lo statunitense Larry Becker, il mentalista utilizza i 5 sensi per creare l'illusione di possederne un sesto. Grazie a questo "sesto senso" il mentalista è in grado di presentare fenomeni paranormali (come la lettura del pensiero, la chiaroveggenza e la telecinesi) sotto forma di spettacolo, e quindi con lo scopo di intrattenere un pubblico.
Il mentalismo classico deriva dall'illusionismo, e utilizza quindi le stesse tecniche variandone la presentazione. Principalmente gli effetti di mentalismo possono suddividersi in quattro categorie: telepatia, precognizione (ovvero dimostrare di sapere qualcosa prima che accada), chiaroveggenza (ovvero dimostrare di percepire qualcosa che è ignoto a chiunque altro) e psicocinesi (ovvero dimostrazioni del potere della mente sulla materia: bloccare orologi, far levitare oggetti, piegare il metallo con la forza del pensiero, ecc.)
Il mentalismo contemporaneo invece si avvicina alla psicologia e sfrutta tecniche di comunicazione subliminale. Questo nuovo approccio permette di compiere effetti molto diretti, ma di contro la buona riuscita diventa più complessa e delicata perché conta su vere e proprie sottigliezze psicologiche.
I più importanti esponenti del mentalismo moderno sono anche esperti di psicologia, e di tecniche di comunicazione come la PNL, e nelle loro esibizioni o apparizioni televisive prendono le distanze dal mondo del paranormale, scegliendo invece l'approccio psicologico a questa forma di spettacolo.

Francesco Tesei
sabato 15 ottobre 2011
Luce fuori dal tunnel vista da chi esce dal coma, scoperta la causa
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Sulle NDE hanno scritto anche autori di un certo rilievo di epoche, e quindi anche di culture e religioni, diverse. Tra questi ricordiamo Platone, Oscar Lewis, Ernest Hemingway, Lev Tolstoj e Victor Hugo. Alcuni straordinari parallelismi con questi fenomeni sono presenti perfino nella Bibbia.
Il racconto più frequente, segnalato da circa un paziente su cinque reduce dal coma in una qualsiasi parte del mondo, è quello della luce in fondo al tunnel. Questi affermano pertanto di essersi trovati in una sorta di galleria buia, in fondo alla quale potevano scorgere una forte luminosità e, in alcuni casi, potevano addirittura osservare ciò che accadeva nella stanza in cui si trovavano. Secondo i racconti percorrendo questo tunnel in direzione della luce i pazienti capivano che stavano tornando alla vita e, alla fine di questo si risvegliavano dal coma.
La spiegazione al fenomeno che per molti anni i pazienti stessi e anche parte della comunità medica si sono dati è stata di natura paranormale o religiosa.
Secondo i sostenitori delle teorie paranormali si tratterebbe semplicemente di un contatto anticipato con l’aldilà, in base al quale viene data la possibilità alla persona di scegliere tra la vita e la morte. Secondo i credenti invece il fenomeno andrebbe interpretato secondo teorie e spiegazioni variabili a seconda del credo religioso professato, legate sempre e comunque a entità sovraumane come dei, santi e angeli.
A frenare l’entusiasmo e la fantasia dei credenti e degli appassionati del paranormale è arrivata la ricerca effettuata dai neurologi tedeschi della Charité University of Medicine di Berlino pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Neuroscience Letters.
Secondo il team di ricercatori guidato da Alexander Wutzler il fenomeno sarebbe causato da allucinazioni di natura chimica provocate da livelli altissimi di serotonina, un neurotrasmettitore monoaminico sintetizzato nei neuroni serotoninergici del sistema nervoso centrale e in alcune cellule dell’apparato gastrointestinale, coinvolto principalmente nelle reazioni legate alla regolazione dell’umore e nell’elaborazione di immagini e suoni.
La molecola, isolata per la prima volta nell’Università "La Sapienza" di Roma nel 1935 dal farmacologoVittorio Erspamer a cui è tuttora intitolato l’Istituto di Farmacologia Medica del suddetto ateneo, giocherebbe un ruolo importante nei momenti di forte stress traumatico, esplicando una azione rilassante ed illudendo il nostro corpo di trovarsi in una sensazione di benessere, evitando così l’aumento dello shock.
I ricercatori hanno condotto i loro esperimenti sui topi, nei quali hanno potuto osservare un aumento sostanziale dei livelli di serotonina a seguito di un forte stress traumatico. Non ci sono motivi per non credere che nell’uomo succeda esattamente la stessa cosa e che questa concentrazione "anormale" rientri in un meccanismo biochimico alla base delle allucinazioni e delle percezioni che da secoli caratterizzano i racconti dei reduci da coma.
Mirko Carnevale
martedì 11 ottobre 2011
Filippo Bottazzi e gli esperimenti sul paranormale

Nel 1907 Filippo Bottazzi fu indotto a compiere esperimenti sulle straordinarie capacità di Eusapia Palladino per aver avuto notizia di osservazioni simili fatte nell’università di Torino. Diversamente da quelle egli ritenne essenziale procedere con metodi sperimentali, basati sulla registrazione oggettiva dei fenomeni osservati, in particolare di quelli cosiddetti psicocinetici o telecinetici, per i quali Eusapia Palladino era famosa nelle corti dei nobili e nelle Università europee. Bottazzi riuscì ad attivare l’attenzione di docenti della Regia Università di Napoli, tra cui Cardarelli, Galeotti e Pansini, per ricordare quelli ancora noti, ed a farli partecipare ad otto sedute che si tennero nel suo Istituto di Fisiologia. I fenomeni ci furono, furono straordinari, e furono registrati su cilindri rotanti a velocità uniforme, come allora era possibile fare di qualunque analogo processo. Di essi Bottazzi diede una rappresentazione biologica, che privilegiava il ruolo essenziale del medium, in piena sintonia con i suoi colleghi. In tal modo egli si discostava dalle interpretazioni puramente spiritistiche prevalenti in quel tempo, pur non escludendo un eventuale contributo di altre condizioni nella genesi degli altri straordinari eventi, che non poterono essere registrati strumentalmente.
La maggioranza dei cultori di scienza, in particolare delle scienze del sistema nervoso, tende ad accettare l’equivalenza tra attività mentali e funzioni cellulari e molecolari del cervello, privilegiando quindi una visione dualista e sostanzialmente materialista della vita e della natura. L’oggettività degli eventi psicocinetici, dimostrata dalle registrazioni di Filippo Bottazzi, sottolinea che oggetti posti al di fuori del campo spaziale di un individuo possono essere mossi in assenza di contatto diretto, sia pure da parte di individui particolarmente dotati. Ma è forse credibile che la biologia di Eusapia Palladino sia stata sostanzialmente diversa dalla nostra? Si tratta quindi di osservazioni in netto contrasto con le attuali conoscenze, che limitano le capacità mentali all’attivazione delle cellule nervose e poi di quelle muscolari. L’assenza di contatto diretto fa piuttosto pensare ad un campo energetico, sufficientemente intenso fuori dal corpo del medium e guidato dalla sua intenzione. Le scienze, in particolare quelle biologiche, non possono permettersi di marginalizzare questi fenomeni, pena il persistere di una visione incompleta della realtà del vivente
domenica 4 settembre 2011
Altre voci: Quelle strane voci che sentono i bambini
giovedì 28 luglio 2011
La mente umana possiede il linguaggio dalla nascita

martedì 16 novembre 2010
Chi suona è diverso

Qualche dubbio c'era anche venuto,
Negli ultini anni la relazione tra musica e cervello è diventata oggetto di studio di numerosi neuroscienziati di tutto il mondo che utilizzano gli strumenti offerti dalle nuove tecnologie per la risoluzione di patologie neurodegenerative. La domanda che si sono posti i ricercatori della Vanderbilt University mirava invece a conoscere come la musica influenzi effettivamente il cervello, o viceversa.
Gli studiosi ritengono che ciò sia dovuta alla pratica musicale. Suonare uno strumento richiede infatti lo sviluppo di capacità come l'indipendenza di entrambe le mani e dita, oltre a precise e immediate risposte e sincronismi in seguito a stimoli visivi o uditivi. Queste funzioni, normalmente collegate ad emisferi del cervello diversi, nei musicisti sono invece integrate e rimangono collegate anche in risposta a situazioni non musicali nella vita di tutti i giorni.
venerdì 30 aprile 2010
India, eremita a digiuno da 70 anni. La Nasa lo studia

L’eremita di 82 anni, che vive in una grotta nello Stato settentrionale del Gujarat, si trova da una settimana in isolamento in un ospedale di Ahmedabad dove e’ sottoposto a un completo check-up che comprende la risonanza magnetica, controllo del cuore e elettroencefalogramma, altre a regolari analisi del sangue. I suoi movimenti sono sorvegliati da due telecamere fisse e una mobile.
In un servizio trasmesso oggi, il canale televisivo Cnn-Ibn lo ha mostrato seduto sul letto nella classica posizione del loto, con una tunica rossa e un grosso anello d’oro al naso.
Jani sostiene di non avere mai fame o sete, di non andare mai in bagno e di nutrirsi con le ‘’energie’’ provenienti dalla meditazione e da un’antica pratica yoga.
L’esperimento e’ stato organizzato da un centro medico del ministero della Difesa con l’obiettivo di capire come e’ possibile per un essere umano vivere senza alcuna alimentazione.
‘’Se riusciamo a comprendere il fenomeno, possiamo studiare delle tecniche per aiutare le persone a resistere a fame e sete’’ ha spiegato il direttore del Defence Institute of Physiologist and Allied Science (Dipas), aggiungendo che la tecnica potrebbe essere utile a militari e anche astronauti in missioni spaziali.
Gli scienziati della Difesa, insieme ad alcuni esperti della Nasa, avevano gia’ cercato una spiegazione scientifica nel 2003 quando Jani fu esaminato per una decina di giorni, sempre in una camera di ospedale controllata 24 ore su 24. I medici furono sorpresi dalle capacita’ dello yoghi di controllare a proprio piacimento il livello delle urine. Secondo il neurologo Sudhir Shah, che ha gia’ studiato diversi casi di digiuno prolungato tra i santoni indiani, sembra che l’ultraottantenne ‘’sia capace di produrre urina nella sua vescica e poi, a suo piacimento, rimandarla in circolo’’.
Il test durera’ ancora una settimana. I medici sono sorpresi di come l’asceta, nonostante la magrezza, si trovi in ottime condizioni di salute e abbia ‘’il cervello di un venticinquenne’’.
Originario di un povero villaggio del Gujarat, Jani dice di aver ottenuto i suoi poteri dalla dea indu’ Durga. Tra la popolazione locale e’ considerato un ‘’santo’’ e chiamato rispettosamente ‘’mataji’’.
Secondo gli esperti di yoga e filosofie orientali, c’e’ una tecnica nota come ‘’breatarianismo’’ che consiste nell’assorbire tutte le sostanze vitali di cui ha bisogno un essere umano dalle ‘’energie’’ dell’universo. Il digiuno, in particolare, e’ visto come un dominio della mente sul corpo. Tuttavia ci sono molti scettici, e non solo negli ambienti medico-scientifici.
Il caso di Jani e’ stato infatti denunciato come una ‘bufala’’ dall’Indian Rationalist Association, famosa per ‘’smascherare’’ falsi guru e santoni. ‘’E’ scioccante che il governo e anche i medici si siano mostrati cosi’ ingenui da credere che un uomo possa vivere cosi’ a lungo senza bere e mangiare’’ aveva scritto il presidente Sanal Edamaruku in una lettera al ministero della Difesa.
venerdì 16 aprile 2010
Il computer sa cosa pensi. Un software legge la mente
Il sistema è stato dimostrato per la prima volta al Tech Heaven di New York. La tecnica è ancora in una fase di sviluppo, ma promette di aprire scenari potenzialmente rivoluzionari tanto nell'informatica di consumo che nell'assistenza alle persone affette da gravi handicap fisici.
Il programma messo a punto da Intel è collegato a un'apparecchiatura per la risonanza magnetica. A un soggetto viene chiesto di pensare una serie di nomi comuni suggeriti da un ricercatore. L'algoritmo associa a ogni parola le aree del cervello che si attivano quando esse vengono pensate. Successivamente, al soggetto viene chiesto di pensare a una delle parole precedentemente suggeritegli. Durante i test, il sistema creato da Intel ha mostrato un'accuratezza superiore al 90 per cento.
I maggiori limiti della tecnologia sono legati all'ingombro e al costo delle attuali apparecchiature per la risonanza magnetica. Ma secondo Dean Pomerleau, ricercatore dei laboratori Intel, i progressi nel settore permetteranno in un futuro prossimo di far entrare tutto il necessario nell'ingombro di un cappello. Un altro sviluppo riguarderà la possibilità di individuare parole riferite a concetti astratti e non solo a persone o oggetti.
Lo scopo dei ricercatori che lavorano a queste applicazioni non è creare nuove macchine della verità, ma fornire nuove modalità di interazione tra l'uomo e le macchine. Se la ricerca andrà avanti, in futuro sarà possibile comandare un computer senza usare tastiera, mouse o touch-screen. Ma la ricaduta più importante si avrebbe nell'assistenza alle persone affette da gravi invalidità o menomazioni fisiche, che potrebbero riacquistare una parziale autosufficienza manovrando col pensiero sedie a rotelle, sintetizzatori vocali e altri strumenti di assistenza fisica.
venerdì 12 marzo 2010
Stati Alterati di Coscienza
In questa trasmissione elettrica, il cervello puo’ emettere varie frequenze elettromagnetiche e qualunque neurologo sa che ad ogni fascia frequenziale corrisponde un certo tipo di attivita’ mentale, che puo’ andare dallo stato di coma fino all’eccitazione creativa del genio.
In tal senso si parla di onde BETA, o veloci, da 21 a 14 picchi al secondo, connesse alle attivita’ razionali e corrispondenti al lavoro della mente che pensa in stato di attenzione o vigilanza. Ci sono poi le onde ALFA, meno veloci, da 14 a 7 cicli al secondo, legate all’intuizione e alla creativita’, che emergono quando la mente pensante si riposa ed entra in uno stato di tranquillita’: RILASSAMENTO, DORMIVEGLIA o MEDITAZIONE; abbiamo poi le onde TETA, molto piu’ lente, onde del SONNO, che scendono dai 7 a 4 cicli al secondo; ancora piu’ bassa e’ la fascia delle onde DELTA, sonno profondissimo o stato vegetativo, da 4 a mezzo ciclo, qui troviamo il COMA o l’ESTASI, e gia’ e’ abbastanza sconcertante che lo stato di minore attivita’ cerebrale, il coma, corrisponda allo stato di maggiore attivita’ paranormale, che e’ appunto l’estasi.
Si dice che normalmente siamo in uno STATO DI COSCIENZA ORDINARIA, stato di veglia lucida o sonno normale.
Gli stati modificati di coscienza, ovvero GLI STATI DI COSCIENZA STRAORDINARIA, si possono avere solo eccezionalmente e moltissimi non ne hanno mai avuti nella loro vita. Possono essere di vari tipi, OBE, ipnosi, trance, estasi, allucinazioni, visioni ed esperienze paranormali in genere. ‘Para’ vuol dire che sta ‘al di la’’, in questo caso al di la’ dell’esperienza psichica ordinaria, cioe’ comune a tutti.
Alcuni hanno una facilita’ quasi congenita verso questo uso della mente, altri non lo hanno mai attivato, altri infine vi capitano raramente e ne restano scioccati. Alcuni sperimentano questi stati come squilibranti o patologici o comunque fortemente anomali e inquietanti. E’ stato il mio caso ed io non ho fatto altro che cercare di eliminare queste esperienze per 29 anni finche’ ci sono riuscita. Ma ci sono persone che li hanno dalla nascita o vivono nelle culture giuste e sono abituati ad essi perche’ costituiscono un loro modo abituale di usare la mente.
Queste persone esistono da tempo immemorabile e sono state chiamate con vari nomi: santi, guru, sciamani, stregoni, maghi, veggenti ecc. e in genere sono stati onorati dai loro gruppi sociali che li hanno usati per la terapia o la veggenza. Noi facciamo eccezione, perche’ il materialismo occidentale ha scelto di basarsi sulle scienze fisiche, su cio’ che e’ visibile e ripetibile, imponendo un vero monopolio cognitivo alla mente, al punto da demonizzare chiunque la usi in modo diverso, cosi’ che la stessa Chiesa cristiana, e in particolare quella cattolica, ha rinnegato il paranormale persino in ambito religioso, rendendo difficile la vita dei santi, che spesso sono dei medium diretti dalla fede.
Riteniamo che la distinzione tra CERVELLO e MENTE sia importante, pensiamo che il cervello organico non esaurisca la mente ma ne sia uno strumento funzionale, come un telefonino o un pc, che possono portare la voce o il pensiero di un soggetto ma stanno su un piano inferiore e strumentale, sul piano della materia. Secondo la mia opinione e le mie esperienze, il cervello e’ una cosa e la mente un’altra, e la mente puo’ esistere anche senza o fuori il cervello.
Del resto basta aver avuto anche una sola esperienza di OBE per sapere che la mente puo’ esistere fuori dal corpo, anzi e’ piu’ libera e percepisce diversamente.
Se accettiamo questo punto di vista, risulta chiaro che la macchina cervello non esaurisce le possibilita’ della mente ma e’ solo un sistema d’uso, come in un computer.
Da una parte ho l’hardware e dall’altra il software. Con l’avvertenza che nel caso della mente, questa puo’ funzionare anche senza l’hardware.
COORDINATE DELLA MENTE LOGICA: SPAZIO E TEMPO
Quello che possiamo notare subito e’ che negli stati straordinari di coscienza cambia il modo con cui viene percepita la realta’. In particolare risultano modificate le coordinate cognitive di SPAZIO e TEMPO.
I matematici sanno quanto sia importante stabilire le coordinate di base, perche’ da esse dipende una certa lettura matematica del reale. E se si cambiano queste coordinate, cambia anche la realta’ conseguente. Cosi’ essi sono in grado di ipotizzare realta’ a 3 dimensioni, a 4, 5 ecc.
Einstein impresse una svolta radicale alla fisica aggiungendo il tempo alle 3 dimensioni di base: lunghezza, larghezza e profondita’. Aggiungendo il tempo si scoprivano variazioni della realta’ altrimenti insospettabili.
Per es., se si prendevano due gemelli e se ne mandava uno nello spazio a una velocita’ prossima a quella della luce, via via che la velocita’ dell’astronave aumentava rallentava il tempo del pilota, cioe’ si arrestava il suo invecchiamento. Cosi’, se questi tornava sulla Terra dopo un lungo viaggio nello spazio, risultava piu’ giovane del suo gemello rimasto sulla Terra.
Il prof. Subhash Kak, dell’universita’ della Luisiana, presenta il fatto cosi’: “Se il gemello a bordo della nave spaziale si reca sulla stella piu’ vicina al nostro pianeta, che dista 4.45 anni luce, viaggiando all’86% della velocita’ della luce (300.000 km al secondo), rientrando sul pianeta Terra risultera’ invecchiato di 5 anni mentre il gemello rimasto a terra sara’ invecchiato di 10 anni!”
Insomma viaggiare nello spazio ci mantiene giovani.
Per capirsi e’ importante avere gli stessi punti di riferimento, non solo nei viaggi nello spazio ma anche nella percezione della realta’ o anche nella conversazione comune.
Spazio e tempo sono le coordinate abituali del conoscere con cui da migliaia di anni ci hanno insegnato in Occidente a inquadrare la realta’. Ma quello che percepiamo e’ una visione relativa, non assoluta, una visione culturale. Cosa ci sia in assoluto non lo sappiamo. I filosofi hanno coniato un termine, NOUMENO, per indicare la realta’ assoluta non conoscibile, la realta’ in se’, che si contrappone a FENOMENO, che indica la visione del reale relativo al nostro modo ordinario di conoscere. Quella che chimiamo realta’ e’ solo una particolare visione fenomenica.
Il nostro conoscere e’ il frutto di un lunghissimo condizionamento mentale, ereditario e ambientale, che ci ha programmato in un certo modo, per cui non sapremo mai com’e’ la realta’ in se’, possiamo solo elaborarla come ci hanno insegnato a fare. Quello che vi prospetto e’ la possibilita’ di elaborarla anche in modi diversi.
L’ambiente e la cultura ci hanno programmati in un certo modo e noi usiamo il cervello di conseguenza. Ma un diverso ambiente e una diversa cultura avrebbero potuto programmarci in un modo diverso e avremmo una diversa elaborazione della realta’.
Questa differenza risulta chiara quando contattiamo culture molto diverse dalla nostra, in particolare culture che sono rimaste isolate per lungo tempo e non si sono omologate alla cultura occidentale, per es. una tribu’ da poco scoperta dell’Amazzonia ecc.
Noi siamo come dei computer, siamo programmati e agiamo secondo il programma ricevuto. Non esiste nulla nella mente umana che non sia programmato culturalmente, che non sia frutto di un condizionamento. Gia’ quando nasciamo, le nostre cellule hanno subito un imprinting ereditario che poi prosegue con gli influssi della cultura in cui siamo immersi.
La cultura e’ una manipolazione lenta e sottile che procede per migliaia di anni e di cui non ci accorgiamo nemmeno. Noi nasciamo gia’ programmati in un certo modo in via ereditaria, poi gli insegnamenti, l’educazione diretta e indiretta, scolastica e ambientale, l’esempio, i veti e le sollecitazioni fanno il resto.
Quando possiamo confrontare culture molto diverse, ci rediamo conto come il cervello possa essere programmato in molti modi e come certi canali possano essere stati aperti o chiusi o le stesse funzioni percettive possano essere usate anche in modi opposti.
Un indio dell’Amazzonia, abituato a sapere fin dalla nascita che la selva e’ abitata da spiriti, non fara’ nessuna fatica a vederli, perche’ ha sviluppato dei canali percettivi adatti a questo, in un europeo questi canali sono stati accuratamente chiusi, per cui se egli di colpo vedesse uno spirito penserebbe di essere pazzo o di essersi sbagliato, manca l’imprinting culturale di elaborazione del dato. Per cui per certe cose un indio sembrera’ uno sprovveduto rispetto a un occidentale, per altre sara’ in grado di fare atti o avere percezioni che un occidentale nemmeno si sogna. Vivere in una certa cultura vuol dire essere modificato da essa, per cui certe funzioni saranno valorizzate, altre represse, certi canali saranno attivati, altri no.
Noi occidentali abbiamo represso o inibito molte delle nostre potenzialita’, la chiaroveggenza, la telepatia di gruppo, la simbiosi con la natura, la comunicazione con le intelligenze non visibili ecc. Il programma semnra non esserci, non funziona, ma potrebbe esistere a livello latente e potenziale. La materia ha divorato tutto.
Siamo, come diceva Jung, poveri d’anima. L’anima l’abbiamo proprio repressa, grazie ad una scienza materialista e monopolistica e ad una chiesa mirata solo alla primazia politica e alla prevaricazione ideologica; da una parte siamo avanzati nel progresso logico e tecnologico, dall’altra siamo regrediti nella nostra parte spirituale. per dirla coma un induista: vediamo i corpi grossolani, perdiamo quelli sottili.
Ogni cultura ha i suoi modi di percepire il mondo e li tramanda, programmando i suoi membri. Ogni cultura ha la sua visione della realta’ e la impone come assoluta. E’ anche questo un modo per gestire il potere. E tutta la struttura cognitiva con cui percepiamo il mondo non e’ innata ma indotta.
In Occidente le coordinate base della mente ordinaria sono lo SPAZIO e il TEMPO: lo spazio e’ esteso, al modo della geometria, per cui se sono qui non posso essere altrove; il tempo e’ lineare, al modo dell’aritmetica, progressivo, unidirezionale, per cui prima viene A poi B e cosi’ via, cosi’ come prima viene 1 poi 2 ecc..
E’ un modo di conoscere relativo, indotto, programmato, che produce una certa visione del mondo. Quando qualcosa contraddice questa visione noi la rifiutiamo, per es. quando un oggetto e’ qui ma contemporaneamente anche altrove (bilocazione), o quando ci appare il tempo futuro che, essendo futuro, non potrebbe logicamente essere visto ora.
Eppure la mente di un aborigeno australiano, che e’ programmata in modo diverso, vede in modo diverso e non se ne meraviglia. Per es. egli puo’ vedere il futuro: se i cacciatori partono per la caccia, puo’ vedere prima quale preda incontreranno; se un visitatore e’ in arrivo puo’ vederlo all’orizzonte molte ore prima che realmente arrivi. Il modo di funzionare della sua mente ci sembra bizzarro, perche’ non ha il concetto di tempo lineare ne’ di spazio esteso, che sono i nostri capisaldi. Eppure molti operatori sociali o missionari che sono stati a lungo contatto con gli Aranda o tribu’ simili hanno testimoniato queste capacita’.
Dobbiamo capire che le coordinate della mente possono essere molte, non solo quelle che conosciamo. La mente puo’ essere programmata in modi diversi. Alcuni di essi possono aprire altri livelli di coscienza, in cui per esempio lo spazio non e’ esteso ma contratto e si puo’ essere qui ma anche altrove (bilocazione) o essere visti in due luoghi diversi nello stesso istante come avveniva a padre Pio, o in cui il tempo non procede nel modo unidirezionale che conosciamo, in avanti, ma puo’ invertire il suo corso e far vedere subito il futuro o svelare aspetti ignoti del passato (preveggenza o chiaroveggenza).
Immaginate che queste facolta’ costituiscano un certo programma mentale, questo puo’ essere indotto culturalmente (l’aborigeno australiano) o puo’ essere latente e mettersi a funzionare anche in un occidentale, possono essere in lui sin dalla nascita o apparire di colpo dopo un trauma. E’ un programma mentale che produce quelle situazioni che abbiamo chiamato STATI MODIFICATI DELLA MENTE, modificati rispetto alla standard culturale occidentale, in quanto diversi dalla norma.
In Occidente constatiamo il funzionamento di questi programmi ‘altri’ della mente nella vita dei santi o dei sensitivi.
La cosa curiosa e’ che anche la fisica comincia a interessarsi ad essi, con parecchi interrogativi perche’ gli scienziati hanno ovviamente serie difficolta’ a inserire i fatti ‘anomali’ nel quadro scientifico tradizionale.
Per es., la fisica nucleare ha scoperto che, se due elettroni fanno un lavoro comune e poi vengono allontanati, resta tra loro un legame che porta a una conoscenza diretta condivisa, cosi’ che, se si sollecita uno con una informazione (per es. gli si da’ un tot di calore), anche l’altro, ovunque sia, riceve la stessa informazione.
Essi formano una DIADE TELEPATICA, come la madre col figlio, sembrano due oggetti distinti e separati ma si comportano come fossero una sola unita’ cognitiva, in cui l’apprensione di un dato si accende nello stesso momento, indipendentemente dalla distanza, come se la distensione spaziale fosse una illusione percettiva ed essi partecipassero a una memoria comune non solo per il passato ma anche per il presente. E se si pensa che tutte le particelle che formano il pianeta Terra derivano da un big bang originario e dunque hanno partecipato a uno stesso immane lavoro cosmico comune, possiamo ipotizzare che a un certo livello tutto cio’ che esiste nell’universo sia in contatto telepatico e che l’universo possa essere un’unita’ di memoria condivisa.
Dunque ci sono legami che sono indipendenti da spazio e tempo e riguardano un altro livello di realta’ in cui valgono partecipazioni piu’ profonde che dovrebbero essere lette secondo altre coordinate, non lo spazio e tempo che conosciamo, ma, per esempio, L’ANALOGIA E IL SIGNIFICATO.
In parapsicologia vediamo che, se a un figlio accade qualcosa di grave, la madre spesso lo sa subito, con un sogno o una visione, una percezione extrasensoriale o un malessere. La fisica ordinaria non sa spiegare come questo accada e la religione non cerca nemmeno di farlo.
La diade telepatica due-elettroni o madre-figlio e’ un enigma perche’ sta fuori del tempo e non si cura della distanza spaziale Rivela che, da un certo punto di vista, abbiamo due unita’ distinte e separate, ma da un altro una sola unita’ di informazione, in cui un messaggio si accende nello stesso istante nelle due parti, cosi’ come in un organismo una minaccia puo’ essere percepita simultaneamente dallo stomaco (senso di vomito) o dal sistema termico (gelo improvviso) o dal sistema libico (paura).
Se i due poli formano una coppia telepatica, patiscono insieme, vivono le stesse cose insieme, in virtu’ di un legame significativo che ci e’ ignoto, come una coppia di gemelli.
CAMBIARE IL PROGRAMMA MENTALE ORDINARIO
Si potrebbe ipotizzare che l’intero universo sia un organismo, che posso guardare con una mente programmata a distinguere le cose separate o con una mente programmata a vedere le unioni, i collegamenti, le relazioni, le analogie ecc.
In effetti il mio cervello, gia’ sul piano organico, e’ diviso in due emisferi di cui uno e’ specializzato a vedere il mondo in modo logico e separativo usando spazio e tempo, l’altro in modo intuitivo e relazionale usando simbolo e analogia. E l’esame neurologico cerebrale mostra che alcuni hanno piu’ sviluppata la parte logica, altri quella intuitiva. L’occidente ha fatto progredire una cultura che ha sviluppato maggiormente l’emisfero logico ma le differenze individuali persistono.
Ci potrebbe dunque essere un modo di vedere il mondo in cui ogni parte esiste di per se’, slegata dalle altre, e un modo in cui appare chiaro che tutte le parti comunicano tra loro, un mondo che sembra disteso nello spazio e allungato nel tempo, e un mondo sincronico che funziona per significati e analogie e dove il significato e’ ora, qui, istantaneamente, e spazio e tempo sono solo illusioni.
E la nostra mente, variando le sue frequenze, le lunghezza d’onda elettromagnetiche, potrebbe passare da una visione all’altra, da un programma all’altro: la visione spazio-temporale tipica dell’Occidente, o la visione analogica o per significati sincronici, tipica dell’Oriente, ma anche delle culture sciamaniche o dei sensitivi.
“La madre ebbe una visione e disse al marito: “Fabio ha avuto un incidente di macchina, e’ steso su un prato con la gamba rotta, corriamo!” Salirono in auto e lei guido’ il marito nel luogo esatto dell’incidente, dove trovarono il figlio disteso sul prato con una gamba rotta.”
Questa e’ una visione, un sogno ad occhi aperti rivelatore di realta’ che parla per significati.
IL PROGRAMMA DEI SOGNI
Quando impariamo ad analizzare i nostri sogni, appare subito che questo salto dal mondo spazio-temporale a quello simbolico e’ la loro caratteristica. In un sogno e’ il significato che conta, spesso un significato che appare attraverso metafore, simboli, somiglianze, associazioni o analogie, e in cui la successione dei tempi o il modo di presentarsi degli spazi non e’ importante. Il sogno deve essere letto secondo altri codici. Appartiene a un altro programma che occorre conoscere per capirlo.
Il sogno spesso non ha un ordine temporale, puo’ essere letto a rovescio, quello che dovrebbe accadere prima accade dopo, si puo’ partire dal suo punto piu’ importante o emblematico o bizzarro e non dall’inizio (Jung partiva dal particolare anomalo), non rispetta le fedelta’ realistica dei luoghi o di oggetti o persone (ero in una casa ma non era questa di adesso, o era la casa dell’infanzia, era mio marito ma non era proprio lui ecc.).
Il sogno puo’ prevedere fatti futuri (preveggenza) o dirci cose che ci dovrebbero essere ignote (chiaroveggenza) ecc.
Nel sogno, o in una fase alfa prossima al sognare, posso sapere istantaneamente qualcosa, tipicamente la morte, anche se avviene in quel momento da tutt’altra parte, anche se riguarda persone che nemmeno conosciamo.
Anche la fantasticheria puo’ indurre in uno stata alfa prossimo al sogno e aprire la chiaroveggenza.
Poiche’ stento ad addormentarmi, spesso mi faccio delle fantasticherie. In una di queste immaginavo di dare uno spettacolo in cui ero posseduta da anime di cantanti defunte e cantavo con la loro voce davanti a un pubblico che me le aveva richieste. Io sono stonata e mi piacerebbe molto saper cantare, per cui questa fantasticheria notturna soddisfa una mia mancanza e mi piace molto. Cosi’ una notte immaginavo di cantare con la voce di Marilin Monroe, Yma Sumac, la Callas ecc. A un certo punto si interpone una voce nuova, non chiamata, e’ Nilde Iotti. Sorpresa! Io dico: “Ma tu non sei morta!”. “Invece sono morta in questo momento”, dice lei “E vorrei cantare un’ultima volta l’Internazionale.” E Nilde Iotti canta con voce lenta e grave l’Internazionale.
La mattina dopo sono in salotto che spolvero con la tv accesa e sento che Nilde Iotti era morta la notte prima.
Il sogno puo’ essere una via di conoscenza. Il 50% degli eventi paranormali avvengono in sogno, per cui esso puo’ essere la prima via che possiamo esplorare, non solo per leggere meglio in noi stessi, come vuole la psicoanalisi, ma per conoscere fatti ignoti.
In genere noi non sappiamo gestire il sogno e agirlo in modo sciamanico, come una via di conoscenza. Ma altre culture lo fanno e gli sciamani insegnano ai loro apprendisti a muoversi nel sogno come fosse un mondo a parte.
Si parla di SOGNO LUCIDO e gli stregoni lo conoscono bene, che e’ un sogno che non subiamo passivamente come osservatori (cosa che diventa terribile in un incubo), ma in cui un punto di coscienza attivo gestisce il sogno secondo volonta’. Per esempio lo sciamano puo’ entrare in un punto del sogno e passare ad un altro sogno, come all’interno di scatole cinesi. Castaneda nel suo diario di uno sciamano tolteco lavora molto su queste modalita’ del sognare...e il sogno ha sempre un profondo significato nelle comunita’ tribali che lo usano come strumento di conoscenza dell’ignoto, di preveggenza, di diagnosi o terapia, o come strumento per conoscere la volonta’ divina.
ATTIVARE ALTRI PROGRAMMI
Il nostro cervello e’ come un computer che puo’ avere in memoria programmi diversi, per es. sul mio pc ho in programma vari sistemi operativi: Internet Explorer, Firefox, Chrome.. posso passare da uno all’altro, ci sono cose che posso fare con uno ma non con l’altro; ogni programma ha le sue caratteristiche e devo conoscerle. E anche il mio cervello quando sogna usa un programma di elaborazione dati che non e’ lo stesso che usa quando e’ in uno stato di veglia.
Anche qui occorre distinguere la mente dal cervello. Da una parte ho l’hardware, dall’altra il software. L’hardware e’ la macchina, il cervello, la parte organica. Il software uno dei programmi o codici che posso usare.
Per esempio col computer, se sono un architetto, usero’ Autocad, che e’ un programma di grafica molto evoluto che mi permette di produrre disegni bi/tridimensionali in ambito ingegneristico, architettonico, meccanico, etc. Gli stessi non li posso fare con Word ecc.
Se sono un sensitivo, la mia mente e’ in grado di disattivare il programma ordinario e di passare a un altro programma che oltrepassa i dati percettivi e i legami logici tradizionali per un altro tipo di visione. Questa capacita’ di passare da un programma a un altro e’ fondamentale. Non si puo’ pretendere di usarli tutti e due contemporaneamente.
Nei 29 anni in cui ho goduto della chiaroveggenza, quando la applicavo a un visitatore, non lo guardavo, non lo memorizzavo, preferivo che tacesse per non doverlo ascoltare, non gradivo la presenza di altre persone o di rumori ambientali, tutto quello che interferiva con un uso interno della mente, e dimenticavo poi quasi dal tutto quello che vedevo o dicevo, pur non essendo in trance. Questo lo faccio anche ora che questa capacita’ di visione interna (endoscopia di una vita) e’ quasi scomparsa, quasi vuol dire che qualcosa e’ rimasto ma non posso piu’ produrre gli effetti di prima, e anche ora non memorizzo i visi, le storie, i nomi...Tutto passa come su un altro livello. Ma se rivedo la stessa persona anche dopo 20 anni, non ricordo di averla vista, ma riprendo la sua storia dal punto in cui l’avevo lasciata. Non ha lasciato tracce in me su un livello ordinario, ne ha lasciato su di un altro.
Ora, posso essere nata con questa specificita’ (la chiaroveggenza, per es.) o puo’ accadere che in caso di trauma si attivi di colpo un programma latente, cioe’ una capacita’ che esisteva gia’ nella mia mente e che improvvisamente aziona il mio cervello in un certo modo, cioe’ mi apre a certi tipi di percezione non ordinaria, crea nuove sinapsi, collega le cellule neuronali in modo diverso e apre nuove vie neuronali. Il risultato e’ una esperienza che definiro’ ‘straordinaria’ perche’ e’ totalmente diversa dal mio modo abituale di funzionamento cerebrale.
In un computer posso avere programmi molto diversi, di solito essi non comunicano tra loro, tuttavia posso attivare l’uno o l’altro e passare i dati dall’uno all’altro, memorizzandoli in un certo formato, per es, ho un programma di immagini (foto, disegni..), se le metto in formato mpeg le posso vedere in un altro programma, Word, non adatto a vedere immagini, sempre che esso le riconosca.
Lo stesso accade per la mente sensitiva, puo’ avere esperienze che possono essere trasmesse alla mente ordinaria sempre che essa le riconosca, altrimenti andra’ in tilt o le neghera’.
Insomma ci sono cose che la mia mente ordinaria non comprende, perche’ e’ stata programmata a non comprenderle. Ma con un po’ di esercizio posso superare questo gap e scoprire che altre modalita’ della mente sono possibili.
Nel nostro programma ordinario occidentale abbiamo fissato alcuni codici, cioe’ alcuni modi di interpretare la realta’, chiamiamoli paradigmi o coordinate cognitive. TEMPO e SPAZIO sono due di queste.
Ma nel sogno queste due modalita’ saltano. L’incongruenza dei tempi e degli spazi e’ tipica del sogno, per questo non ha senso dire che e’ strano perche’ non rispetta le logiche della lettura ordinaria della realta’. Il sogno sembra strano se letto secondo il codice della veglia, ma non lo e’ se viene letto secondo il proprio codice, esattamente come due programmi diversi del computer.
Il sogno ha le sue logiche che la veglia non conosce. Non e’ una copia della realta’, o puo’ anche riprendere la realta’ ma secondo una lettura diversa, per cui per certi buoni sognatori il sogno e’ gia’ di per se’ una via sciamanica naturale (sha=sapere). Gli stregoni e gli sciamani, spesso usano nelle loro iniziazioni proprio la via del sogno come via di conoscenza ‘altra’ e superiore.
Il sogno non e’ solo “la via regia dell’inconscio”, come diceva Freud, ma una via di conoscenza molto particolare della realta’ in cui usiamo altre coordinate cognitive, come il significato o lo scopo.
Per questo la mente ordinaria puo’ non capire affatto il senso dei sogni e deve impararne il codice di interpretazione.
Nota:
(Questo testo corrisponde parzialmente alla parte teorica di un corso tenuto dalla prof. Viviana Vivarelli a Bologna nel marzo 2009).