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sabato 7 dicembre 2013

Misteriosa creatura aliena sottomarina avvistata nel porto di Bristol da decine di persone

Decine di persone la sera del 4 Dicembre 2013 hanno visto una misteriosa creatura autoluminescente che galleggiava nelle acque del porto di Bristol in Inghilterra e gli stessi testimoni si sono messi a registrare con i telefonini la spettacolare scena di questa misteriosa presenza. La creatura, cosi è stata definita, sembrava lampeggiare in una varietà di colori, galleggiando vicino alla superficie dell’acqua. I vari video dello strano oggetto marino sono stati pubblicati su Youtube, Twitter e altri social network e le immagini stanno facendo il giro del mondo. I biologi marini ammettono di essere sconcertati davanti alle immagini che appunto mostrano una misteriosa creatura galleggiare indisturbata nelle acque del porto inglese di Bristol, ma sostengono che potrebbe trattarsi di una medusa che è finita fuori rotta per via del maltempo. Il Dr Steve Simpson, della Facoltà di Scienze Biologiche presso l’Università di Bristol, ha dichiarato: “E ‘molto interessante, io non so davvero di cosa si possa trattare.”
This bizarre sight greeted people walking along Bristol harbourside - described by some as an 'alien-like creature' floating underwater
Certamente le immagini sono spettacolare e interessanti, anche perchè non si è mai vista una creatura autoluminescente, che sprigiona una luce intensa, a volta opaca e con una varietà di colori bellissimi. Poi ad un tratto questa creatura o oggetto sottomarino, si spegne e scompare nel nulla. Ci troaviamo davanti ad un USOUnidentified submerged objects, ovvero ad un oggetto sottomarino non identificato, oppure si tratta di una specie di creatura marina ancora non scoperta dai biologi marini e quindi dalla scienza ufficiale? Guardate il  filmato!


sabato 7 settembre 2013

Scienziato russo fotografa l’anima nel momento in cui lascia il corpo dopo la morte: le immagini

L’esatto momento in cui l’anima lascia il corpo sembra essere stato catturato dallo scienziato russoKonstantin Korotkov, direttore del Research Institute of Physical Culture di San Pietroburgo, che avrebbe fotografato una persona con un dispositivo bioelettrografico nel momento esatto in cui è deceduta.
Korotkov ha scattato la foto con la tecnica Kirlian: il metodo, adottato dal Ministero della Salute russo ed utilizzato da oltre 300 medici in tutto il mondo come forma di monitoraggio per malattie come il cancro, è stato perfezionato da Korotkov con tecnica GDV (Gas Discharge Visualization) che ha poi applicato su una persona in punto di morte. L’alone azzurro nell’immagine a sinistra rappresenta il momento in cui, secondo lo scienziato, l’anima sta abbandonando il corpo che, una volta spirato il soggetto, diviene rosso.
Secondo Korotkov, l’ombelico e la testa sono le parti che per prime perdono la loro forza (cioè l’anima) mentre l’inguine ed il cuore sono le aree che vengono abbandonate per ultime.
Lo scienziato ha affermato che le immagini da lui ottenute dimostrerebbero che l’anima ritorna più volte nel corpo, specie in caso di morte violenta o improvvisa, come se manifestasse uno stato confusionale e ritornasse nel corpo nei giorni seguenti alla morte: lo scienziato ascrive il fenomeno ad energia non utilizzata che è contenuta nell’anima. Per Korotkov più la morte è improvvisa e non naturale, più l’anima, rappresentata dalle onde elettromagnetiche fosforescenti, resta a lungo vicino al corpo, quasi stentasse ad accettare l’improvvisa separazione.
Per Korotkov, la tecnica potrebbe essere utilizzata per monitorare tutti i tipi di squilibri biofisici, per le diagnosi in tempo reale ed anche per svelare se una persona possiede poteri psichici o meno.
venerdì 6 settembre 2013, 21:19 di 

mercoledì 7 agosto 2013

Fotografata la morte: una luce pervade il corpo

Quando si muore una luce s’irradia al momento dell’ultimo respiro

Dall’Institute of Health Ageing dell’Università di Londra arriva una notizia che ha dell’incredibile:  il momento della morte umana viene segnato da una “fluorescenza”. Lo studio, condotto dal professor David Gems, ha avuto come soggetto i vermi ma, afferma egli stesso, i meccanismi coinvolti sono simili a quelli dei mammiferi: il verme potrebbe  fornire un modello utile per comprendere la morte cellulare nelle persone. Il professore ha analizzato al microscopio come questa fluorescenza parta dall’intestino e si propaghi per tutto il corpo, fino alla morte: causa dell’onda la segnalazione del calcio nell’organismo.
Si era attribuita questa fluorescenza ad una sostanza chiamata lipofuscina, che emette una luce bluastra e si accumula negli organismi con l’avanzare dell’età, ma lo studio ha fatto emergere un’altra molecola, l’acido antranilico, che risulta essere implicato in questa fluorescenza.
In conclusione, il professor Gems afferma: “I risultati mettono in dubbio che l’invecchiamento è una semplice conseguenza di un accumulo del danno molecolare. Adesso bisogna concentrarsi sugli eventi biologici che si verificano durante l’invecchiamento e la morte per comprendere correttamente come potremo essere in grado di interromperli”

giovedì 25 luglio 2013

Buddhist Monk Who Died in 1927 is ALIVE


Moscow, Russia — “Exhumation of the body of Hambo Lama Itigelov took place September 10 th, 2002 on the territory of cemetery near the city of Ulan Ude (Russian Federation). He died and was buried in 1927 and the exhumation was performed in presence of relatives, officials, and specialists”.
This was the information that appeared in Russian mass media regarding Buryat Lama who was exhumed from the grave in the beginning of the 21 st century. The grave contained a wooden box and there was a sitting Buddhist lama in ‘lotus’ pose. His body was preserved as if it was mummified, however it was not. Soft muscles and skin, folding joints. The body was covered with silk clothes and fabric.


Hambo Lama Itigelov is a real person quite well known in Russian history. He studied in Anninsky Datsan (Buddhist university in Buryatia, nowadays there are ruins only) and obtained degrees in medicine and philosophy (on the nature of emptiness), he created an encyclopedia of pharmacology.
In 1911 Itigelov became a Hambo Lama (the head of Buddhist church in Russia). During the period from 1913 till 1917 he participated in social actions of the Tsar, being invited to 300-year anniversary of Romanov’s house, opened the first Buddhist temple in St. Petersburg, and Nikolai II gave him St. Stanislav award on 19 th of March, 1917.
During the First World War Itigelov created and inspired the organization called “Buryat brothers”. He was helping the army with money, meals, clothes, medicaments, he also built a set of hospitals with lama doctors helping wounded soldiers. For that he got St. Anna award and others.
In 1926 Itigelov advised the Buddhist monks to leave Russia, since ‘the red teaching was coming’ (Itigelov himself never left Russia). In 1927, being 75, he told lamas to begin meditation, since he said he was preparing to die. Lamas did not want to perform this meditation because Itigelov was still alive. Thus, Itigelov began to meditate by himself, lamas joined him and soon he died.
Ititgelov left a testament where he asked to bury him as he was, sitting in lotus pose in the cedar box on traditional cemetery. It was done. There was also a statement, where he asked other monks to exhume him after several years. (This is the exciting point – this means he knew that his body would be preserved).
This was done in 1955 and in 1973 by Buddhist monks but they were scared to tell everybody about this, since communist regime did not leave any space for religion in society. Only in 2002 the body was finally exhumed and transferred to Ivolginsky Datsan (a residence of today’s Hambo Lama) where it was closely examined by monks and, which is now more important, by scientists and pathologists.
The official statement was issued about the body – very well preserved, without any signs of decay, whole muscles and inner tissue, soft joints and skin. The interesting thing is that the body was never embalmed or mummified.
Two years passed. Itigelov’s body is now kept open air, in contact with other people, without any temperature or humidity regimes. How Itigelov keeps this condition, nobody knows.
While similar stories exist throughout the world, this is the ONLY WELL-DOCUMENTED and CONFIRMED CASE OF IMPERISHABLE BODY throughout the whole world. Embalming and mummifying is well known among different nations and peoples – Chili (Chinchora), Egypt mummies, Christian Saints, communist leaders and others. Some bodies were found in permafrost, however when they contacted with oxygen atmosphere they perished within several hours.
However, there are descriptions of such things in Buddhist texts, but there are no confirmed examples. Well, now there is.
For two years after the exhumation of Itigilov’s body it does not perish nor decay, no fungus, no negative things happen to it. Itigelov said before he died that he left a message to all peoples on Earth. This message contains no words. Now it is our turn to understand it.

martedì 9 luglio 2013

Verso un Futuro Post-Umano?

 Le formidabili scoperte compiute dalla ricerca sul cervello e la mente stanno sconvolgendo a tal punto la nostra visione del mondo da rivoluzionare le nostre concezioni millenarie e le tradizionali e consolidate questioni metafisiche, a cominciare dalla riconsiderazione di chi siamo, da dove proveniamo e soprattutto dove stiamo andando. Intravediamo possibilità inattese : le neuroscienze si avviano a plasmare il futuro del cervello, il futuro delle persone e il futuro della società in cui viviamo.
   Attualmente, le neuroscienze promettono di “rivelare” le nostre più intime predisposizioni e  prevedere in tal modo il nostro futuro. Tra gli obiettivi primari, quello di “manipolare” la mente umana. Evento che prospetta innovazioni sbalorditive e solleva forti e complessi dilemmi etici, medici, sociali e giuridici. Stiamo muovendo inesorabilmente verso un “mondo nuovo”, il paradiso psicotropico immaginato da A. Huxley. Con prospettive e pericoli finora impensabili. Le fantastiche esplorazioni del brain imaging, cioè della visualizzazione del cervello in tempo reale, l’impiego di cellule staminali umane per la “clonazione terapeutica”, l’individuazione di geni per particolari caratteri, le sostanze chimiche “non letali” per il controllo delle folle, la stimolazione magnetica transcraniale presentano rivolgimenti inimmaginabili.
 Alcune potenti tecniche per la modulazione del cervello e della mente sono già consolidate, come concorda il neuroscienziato Steven Rose. In realtà, i tentativi di accrescere le prestazioni umane hanno origini antiche. Pozioni magiche per produrre immortalità, forza e sapienza figurano nei miti di molte culture. Per giungere agli odierni personaggi dei cartoni animati di Asterix e Obelix, e agli scaffali degli “health food storse” negli Stati Uniti, che traboccano di pillole- le “droghe intelligenti”-, le quali promettono di migliorare l’intelligenza, la memoria e l’apprendimento anche in tarda età, nonché di prevenire il declino e il deterioramento della vecchiezza. Si è così registrata una vera e propria epidemia di assunzione di farmaci, fatto che ha comportato chiari fenomeni di abuso, con la prescrizione di psicofarmaci persino a bambini di appena due anni. 
Stiamo costruendo una “società psicocivilizzata” capace di produrre nuovi e sempre più sofisticati stimolanti dell’umore e pillole della “felicità”, con la prospettiva per l’individuo di trascorrere la sua vita “vagando” in uno stato mentale di “appagamento” indotto- precisa Rose- dalle “droghe terapeutiche”. Lo sviluppo delle nuove tecnologie è vasto e stupefacente, e sembra far parte del regno della fantascienza: Alla ricerca di una pillola intelligente; stimolanti cerebrali; domare lo stress; macchine per leggere la mente; i geni della mente; la ricerca della felicità; figli migliori; corpi senza età; anime felici.
Alcuni neuroscienziati sostengono che è possibile “identificare” veloci micromovimenti dei muscoli facciali e “distinguere” tra emozioni “autentiche” e “simulate”. Le teorie sulla capacità dell’uomo di mantenere privati e inaccessibili i propri pensieri e le proprie emozioni sembrano così definitivamente tramontate. Con i metodi di neuroimaging sarebbe in tal modo possibile “leggere” le emozioni presenti, ma anche prevedere il successivo comportamento. Siamo in grado di trovare la zona del cervello che si illumina quando una persona pensa a Dio, medita sul sublime o si dichiara innamorato. Essi poi sarebbero in condizione di “rivelare” il pregiudizio razziale o se una persona sta intenzionalmente mentendo, o di “distinguere” i ricordi “falsi” da quelli “veri”. Imprese automobilistiche come la Ford e la Chrysler e aziende commerciali soprattutto negli Stati Uniti hanno iniziato a utilizzare le nuove tecniche di brain imaging per vagliare l’impatto dei loro prodotti e attirare meglio i consumatori. Ricercatori di questa nuova strategia chiamataneuromarketing o neuroeconomia stanno indagando i processi dei neuroni coinvolti nella scelta tra Coca-Cola e Pepsi-Cola.
Anche le autorità militari negli USA si sono interessate alla possibilità di mettere a punto tecnologie per leggere la mente e controllare il pensiero. Attualmente almeno negli Stati Uniti sono ammessi in tribunale alcuni metodi di brain imaging , con lo scopo di determinare la verità circa un crimine o un’azione di violenza mediante l’individuazione delle informazioni immagazzinate nel cervello. Il riconoscimento del crimine sembrerebbe costruito nelle onde cerebrali. Naturalmente, una reazione negativa- la mancata risposta all’ immagine potrebbe essere interpretata come una prova d’ innocenza.
L’evidenza basata sulla tecnica di neuroimaging giocò una parte notevole nel processo che portò al rovesciamento di una condanna per omicidio in un tribunale dell’Iowa nel 2001. Questo metodo denominato “ il test dell’impronta cerebrale” si propone di fornire le prove in base a cui giudicare un’azione colpevole o innocente. E’ stata inoltre ventilata la possibilità anche di “prevedere” il comportamento futuro e di “identificare” gli assassini violenti- psicopatici- prima che essi abbiano ucciso qualcuno, rivelando anomalie nei loro cervelli.
Le grandi speranze su cui oggi investono i neuroscienziati è che i metodi di visualizzazione del cervello possano rivelare trasgressioni passate o perfino prevedere future inclinazioni in un bambino o in un adulto. Oggi è certamente già possibile identificare geni che predispongono a malattie neurologiche e psichiatriche, nonché offrire test di diagnosi prenatale. Nel sofisticato mondo neuroscientifico odierno esiste un insieme altamente variegato di sostanza psicochimiche potenziali, progettate su misura in base al gusto e al corredo genetico di ciascun individuo. Si tratta di un universale dispensatore bello e fatto di “felicità” qui e ora. Nancy Andrease, una delle più autorevoli neuroscienziate americane, indica la scoperta di “una penicillina per l’insanità mentale” come l’obiettivo della medicina del XXI secolo. Altri autori prospettano l’avvento di un salvatore, un salvatore che porta il nome di farmacogenetica (Barondes), la creazione di un farmaco adatto alla situazione dell’individuo, dopo che gli è stato identificato lo specifico insieme di geni che lo predispone a quella determinata condizione patologica.
Qualsiasi sviluppo futuro nel controllare e manipolare il cervello e la mente, ovvero i pensieri, le emozioni e il comportamento proverrà in gran parte dalle formidabili tecniche di brain imaging edalle sostanze chimiche. E’ questa realtà a condurre alle speculazioni che parlano di una “riprogettazione” degli esseri umani (Stock), alla creazione di una nuova specie “geneticamente ricca” (Silver), o sull’arrivo imminente di un “futuro post-umano” (Fukuyama). In risposta a queste inquietanti , drammatiche prospettive è nata una nuova disciplina chiamata “neuroetica”.

lunedì 8 luglio 2013

Area 51, cade la censura e arriva la notizia bomba del secolo



Tutto quello che ci hanno sempre nascosto sarà svelato prossimamente dalla troupe televisiva di Peter Yost che ha avuto accesso alla base segreta americana e promette si svelarci cose incredibili. Ufo? Alieni? Entro la primavera la risposta.
Volete una notizia bomba da far accapponare la pelle? Bene, sedetevi e tenetevi forte: per la prima volta nella storia, un’equipe televisiva è riuscita ad avere tutte le autorizzazioni necessarie per accedere all’interno di tutti gli uffici, laboratori e dipartimenti ubicati all’interno della base aerea Nellis (Nellis Air Force Base) meglio nota come Area 51. Si tratta di una vasta zona militare super-segreta controllata dalle forze armate statunitensi, che si estende per circa 26 mila kmall’interno del territorio desertico di Groom Lake, detto anche Dreamland (la terra del sogno), nel sud dello Stato del Nevada. La base ha livelli di sicurezza da film di fantascienza, con sensori di movimento, telecamere, controlli satellitari, uomini armati, missili superficie-aria, disseminati un po ovunque lungo il suo perimetro, per impedire l’accesso del personale estraneo e il sorvolo dello spazio aereo da parte di aeromobili non autorizzati. Proprio per questi standard così rigidi, la base aerea Nellis non compare sulle cartine geografiche. Ma cosa accade all’interno dell’area 51 da richiedere una così grande discrezione, inducendo, in passato, il governo americano a sconfessarne addirittura l’esistenza?
Ufficiosamente, il sito è adibito alla progettazione, sviluppo e sperimentazione di nuove apparecchiature, per lo più velivoli tecnologicamente avanzati, come aerei spia e moduli lunari. Qui è stato concepito, ad esempio, il famigerato bombardiere supersonico Stealth-B2, l’aeroplano realizzato con materiali compositi a base polimerica unitamente a rivestimenti superficiali radar-assorbenti, che lo rendono impercettibile o difficilmente individuabile da molti strumenti di localizzazione, inclusa la vista.
La notizia ancora più riservata, da sempre sulla bocca dei curiosi, è che la base venga impiegata per concepire velivoli non convenzionali, funzionanti con generatori ad antimateria asportati da alcune navicelle extraterrestri catturate in seguito a crash, che permetterebbero di attraversare le barriere spazio-temporali a velocità uguali o superiori a quelle della luce! Robert Scott Lazar, un fisico americano che ebbe modo di lavorare all’interno del sito, affermò di aver visto all’interno dei dischi volanti con caratteristiche sorprendenti: cabine di pilotaggio molto piccole che avrebbero potuto ospitare a malapena un bambino e in nessun caso un uomo adulto, velivoli costruiti con materiali sconosciuti sulla Terra e privi di punti di saldatura, come se l’intero chassis fosse stato fuso all’interno di uno stampo. A ciò si aggiungono le testimonianze di alcuni ex dipendenti, che affermerebbero di aver lavorato a contatto con esseri alieni per lo sviluppo di queste nuove tecnologie e i numerosi avvistamenti giornalieri che i turisti e le equipe televisive di tutto il mondo, hanno immortalato in questi anni con le loro videoriprese e foto.
La troupe televisiva che ha avuto accesso all’area 51, filmando i meandri più nascosti della base come mai nessuno aveva fatto prima, è quella del produttore Peter Yost, collaboratore da sempre delle più grandi redazioni televisive del mondo, tra cui NBC News, Discovery-Times e molti altre. L’uomo ha realizzato per la National Geographic Television un documentario – “Area 51 declassified”- destinato a diventare il numero uno nel panorama mondiale degli speciali d’inchiesta, nel quale vengono mostrati documenti declassificati, filmati, fotografie, interviste a ex dipendenti e tante altre cose sottratte per una vita ai nostri occhi e che lo stesso Yost assicura di rilevanza notevole. Infatti, durante la conferenza stampa, tenutasi nel corso della TCA (Television Critics Association) a Los Angeles, l’uomo ha dichiarato: «il programma televisivo pubblicherà foto e filmati esclusivi all’interno della struttura militare, con interviste a ex dipendenti della stessa Area. Alcune delle cose che ci sono state nascoste sono abbastanza notevoli» – ed ha po aggiunto – «Ormai è fatta! Siamo in possesso di migliaia di documenti e filmati unici. E’ tutto vero, è tangibile e verificabile. Ed abbiamo alcune sorprese! E’ davvero eccezionale essere riusciti ad ottenere dalla base militare ultra-segreta l’accesso a dei documenti militari declassificati».
Non resta allora che aspettare per vedere questo capolavoro sui nostri teleschermi e finalmente conoscere la verità su UFO e alieni.
di Roberto Mattei

sabato 23 febbraio 2013

Tatuaggi temporanei elettronici per la telepatia e telecinesi


Tatuaggi temporanei elettronici potrebbero presto aiutare le persone a far volare droni con il solo pensiero e parlare telepaticamente senza parlare o mandare sms con gli smartphone.

Tatuaggi temporanei elettronici per la telepatia e telecinesiL’Ingegnere elettronico Todd Coleman che lavora presso l’Università della California a San Diego sta approntando i mezzi non invasivi per il controllo delle macchine tramite la mente e questo tipo di tecnica potrà essere utilizzata da tutti.
L’input di comando alla macchina potrà essere dato attraverso l’impulso elettrico del cervello e tutto ciò non è più roba da fantascienza. Negli ultimi anni, gli impianti cerebrali hanno permesso alle persone di controllare sistemi robotici utilizzando solo le loro menti, sollevando la prospettiva che un giorno i pazienti potevano superare la loro disabilità attraverso arti bionici o esoscheletri meccanici.
Ma gli impianti cerebrali sono tecnologie invasive, probabilmente di utilizzare solo per persone che hanno bisogno di intervento medico. Invece, Coleman e il suo team stanno sviluppando dei tatuaggi flessibile che si possono applicare sulla fronte, proprio come tatuaggi temporanei, in grado di leggere l’attività cerebrale.
“Vogliamo qualcosa che possiamo utilizzare nel negozio di caffè per divertirci”, dice Coleman.
I dispositivi sono inferiori a 100 micron di spessore, il diametro medio di un capello umano. Si tratta di circuiti integrati in uno strato gommoso di poliestere, che consentono di essere allungati, di piegarsi con facilità anche in presenza delle rughe. Sono appena visibili, quando sono immessi sulla pelle questi sono facili da nascondere agli altri.
I dispositivi sono in grado di rilevare i segnali elettrici connessi con le onde cerebrali, e di integrare le celle solari per l’alimentazione, poi ci sono le antenne che permettono di comunicare in modalità wireless o ricevere energia. Altri elementi di questo tipo,  possono essere aggiunti anche come sensori termici per monitorare la temperatura della pelle e fungere da rivelatori di luce per analizzare i livelli di ossigeno nel sangue.
Utilizzando i tatuaggi elettronici, Coleman e i suoi colleghi hanno trovato il modo di rilevare i segnali del cervello che riflettono stati mentali, quali il riconoscimento delle immagini familiari. Una applicazione che stiamo facendo adesso è il monitoraggio dei bambini prematuri, per rilevare l’insorgenza di crisi convulsive che possono portare a problemi di sviluppo del cervello o epilessia. I dispositivi sono stanno per essere introdotti nell’ambito della sanità digitale, per i dispositivi medici e prodotti industriali e della difesa. Questi saranno presto commercializzabili.
Questi dispositivi possono anche essere messi su altre parti del corpo, come la gola. Quando la gente pensa di parlare, i loro muscoli della gola possono muoversi, anche se non parlano, un fenomeno noto come subvocalizatione. Tatuaggi elettronici immessi sul collo potrebbe pertanto comportarsi come microfoni subvocali attraverso cui le persone possono comunicare in silenzio e senza fili.
“Abbiamo dimostrato che i nostri sensori sono in grado di ricevere i segnali elettrici dei movimenti muscolari alla gola in modo che le persone possono comunicare solo con il pensiero,” – dichiara Coleman. Tatuaggi elettronici posti sopra la gola potrebbe anche raccogliere i segnali che avrebbero aiuta gli smartphone con il riconoscimento vocale.


martedì 5 febbraio 2013

Luci di Hessdalen: fenomeno naturale o paranormale?

Da quasi un secolo, un curioso fenomeno luminoso è protagonista dei cieli di una piccola valle della Norvegia. Fin dal primo avvistamento, scienziati e volontari hanno osservato le cosiddette “Luci di Hessdalen”, ma nonostante approfonditi studi non è ancora stato possibile fornire una spiegazione convincente. Fra le tante, non è esclusa l'ipotesi del paranormale.


In Norvegia, a centinaia di chilometri a nord di Oslo, si trova Hessdalen, una piccola valle della lunghezza di 15 chilometri, popolata da circa 150 persone. Questo luogo è protagonista di unmisterioso fenomeno luminoso a cui, dopo quasi un secolo, gli scienziati stanno ancora tentando di dare una spiegazione logica.
La prima testimonianza ufficiale della comparsa di queste luci nel cielo risale al 1940, ma sono giunte voci che confermano avvistamenti fin dagli inizi del Novecento. La principale caratteristica della luce di Hessdalen è la brillante sfumatura bianca, gialla, o verde. Solitamente mantiene una posizione fissa nel cielo, ma talvolta aleggia sopra al suolo.
Fin dai primi avvistamenti, che hanno cominciato a destare preoccupazione negli abitanti intorno agli anni Ottanta, dei volontari hanno iniziato a monitorare il fenomeno. Ne è risultato che numerose centinaia di luci sono comparse nei cieli di Hessdalen, con un picco di ben 20 segnalazioni in una sola settimana.

Nell’estate del 1983, il professore Erling Strand fondò il Progetto Hessdalen, volto allo studio di fenomeni aerei non identificati (UAP) ed oggetti volanti non identificati (UFO). Nel corso dell’investigazione sul campo, che diresse l’anno seguente, vennero avvistate 53 luci. I risultati di questa ricerca vennero discussi nel 1994, al Primo Congresso Internazionale sul fenomeno di Hessdalen.
Il dibattito nato in seno al Congresso lasciò intuire che questo fenomeno potrebbe dare origine a nuovi concetti da studiare all’interno della fisica. In seguito, l’Università di Østfol in Norvegia ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) in Italia suggellarono una collaborazione per approfondire le ricerche, utilizzando anche macchinari più sofisticati. Oggi la frequenza di questo fenomeno sta registrando un forte calo, addirittura sembra che il numero massimo di avvistamenti all’ anno non superi la ventina.
Fra le tante teorie che tentano di fornire una spiegazione, c’è chi ritiene che le luci siano il risultato di un processo di combustione nell’ aria che coinvolge nuvole di polvere ricche di scandio, un elemento chimico talvolta utilizzato per la costruzione di lampade, che si sarebbe accumulato sul suolo della valle.
Più interessante, invece, è la teoria del paranormale nata in seguito alle testimonianze di abitanti e turisti che ritengono d’aver visto la silhouette di un oggetto a formale ovale all’interno della luce. Altri invece affermano di aver avvertito la presenza di qualcosa che li osservava e, volgendo gli occhi al cielo, hanno scorto a mezz’ aria un oggetto con due luci brillanti, che dopo poco è scomparso nel nulla.
È dunque possibile che le enigmatiche luci di Hessdalen siano in realtà degli UFO? Il mistero non è ancora stato svelato.