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giovedì 31 dicembre 2009

Fellini e Castaneda

L’interesse di Federico Fellini per il mondo soprannaturale, e per il paranormale, è ben noto: ed è anche il soggetto più o meno nascosto di alcuni suoi film, come “Giulietta degli spiriti”.
E’ per questo motivo che Fellini frequentò il misterioso sensitivo torinese Gustavo Rol, e contattò Carlos Castaneda, antropologo in origine, famoso per i suoi libri sui “brujos” messicani (stregoni, maghi, sciamani) e sugli allucinogeni: che però, avverte Castaneda, sarebbero utili solo nella fase iniziale e molto dannosi se usati sempre, secondo l’insegnamento di “don Juan”, lo stregone messicano che fu maestro di Castaneda ed è citato nell’articolo. Castaneda era un altro personaggio misterioso: all’epoca di questi articoli era ancora vivo, e l’intervista che diede a Medail è da considerarsi una rarità. Non esistono sue fotografie, tranne una sfocata di quando aveva vent’anni e prese la laurea, ed altre fatte per Time nelle quali però si nasconde sempre il volto, scherzando con il fotografo. I suoi libri sono pieni di cose stupefacenti, ma quanto ci sia di serio e quanto di inventato è ancora da stabilire.
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PER UN FILM MANCATO
di Cesare Medail, corriere della sera 21.11.1997
Appena seduti al «Moustache Café», Castaneda parla di Fellini. «Federico, grande, intelligente, sensibile uomo. Peccato sia morto così giovane, ma mangiava troppo e comprimeva la sua energia. Quella volta a Roma, nel 1984, mi portò in un ristorante dove servivano dodici portate. C'era anche Marcello (Mastroianni): loro mangiarono tutto, io mi spaventai». Castaneda racconta che Fellini voleva fare un film ispirato al mondo di don Juan: «Era affascinato dall'universo dei brujos perché era un visionario. Voleva anche provare per una volta il peyote, ma gli dissi che non era consigliabile: con quel che mangiava, sarebbe stato un disastro».Il film non si fece: Fellini dirà che le visioni di Castaneda lo attiravano e insieme lo turbavano. Ne fece un racconto, uscito a puntate sul «Corriere» nell'86. Nel conversare anglo-ispanico Castaneda infila qualche parola d'italiano e viene fuori un particolare biografico del tutto inedito: «Quando ero giovane, trascorsi un periodo a Milano per studiare arte a Brera: era direttore lo scultore Marino Marini. L'aveva voluto mio nonno materno, siciliano, scultore autodidatta e donnaiolo impenitente. Diceva sempre: la bella Italia, porca miseria...». Federico Fellini era affascinato dal mondo di Castaneda. Quelle storie popolate di brujos dotati di poteri paranormali, riti magici di antiche civiltà e funghi allucinogeni erano parte, per lui, di un immaginario al tempo stesso familiare ed esotico, spaventoso e affascinante. Lo scrittore latino-americano si considerava un grande ammiratore di Fellini. Insomma tra i due covava un'attrazione fatale che prima o poi sarebbe dovuta scattare. E difatti scattò, anche se le cose non andarono come previsto.
Fellini sognava di realizzare un film ispirato al mondo di Don Juan. Ne aveva parlato con Alberto Grimaldi, il suo produttore. E questi si era dato da fare per propiziare l'incontro. Nel 1984, dopo molte insistenze, Castaneda arrivò a Roma. «Quella volta», ricordava, «Federico mi portò in un ristorante dove servirono dodici portate. C'era anche Marcello Mastroianni. Loro mangiarono tutto, io mi spaventai a morte: mangiavano troppo». Durante la cena i due parlarono della possibilità di trasferire in un film una storia ambientata nel mondo magico degli stregoni messicani. Castaneda sembra diffidente. Fellini e il produttore insistono. E così alla fine decidono di darsi un nuovo appuntamento, a Los Angeles, per fare una serie di sopralluoghi nello Yucatan e verificare l'attuabilità del progetto. E così fu. Fellini assieme al figlio di Grimaldi e ad altri quattro amici partì per gli Stati Uniti. Ma a Los Angeles iniziarono i problemi. Castaneda pareva essersi dileguato nel nulla. Fellini cominciò a ricevere misteriose minacce e ad avvertire la presenza di strane entità. Ma pur spaventato decise lo stesso di compiere il sopralluogo. Destinazione Tulum, l'antica città azteca situata sulle sponde dell'Oceano Atlantico. Da quel viaggio, che ben presto prese le pieghe di una inquietante avventura esoterica, Fellini trasse l'idea di una storia per un film, "Viaggio a Tulum", che non riuscì a realizzare.
In compenso Milo Manara ne disegnò una serie di tavole a fumetti. Fra i personaggi si riconoscono Snaporatz (Mastroianni), il giornalista Vincenzo Mollica e, nei panni del cameriere messicano fragorosamente allegro e ridanciano, proprio Carlos Castaneda. Manara assicura che quel disegno, preso di sana pianta dagli story board di Fellini, costituisce il ritratto più verosimile di Castaneda, versione 1984.


DINDI by Antonio Carlos Jobim


Versione strumentale di una della canzoni più dolci che conosco.

sabato 19 dicembre 2009

Natuzza Evolo di Paravati


Un' intervista dell' '85 alla famosa mistica calabrese, che ha ricevuto le stimmate e il dono della veggenza, l’analfabeta che comunicava con i morti, morta già santa nel (guarda caso!!) giorno di Tutti i Santi, a 85 anni.
In questo video, in pochi minuti viene descritto, da lei stessa, con la sua genuina e spontanea semplicità, il tipo di straordinari eventi di cui è stata protagonista (e, allo stesso tempo, testimone), in tutta la sua intensissima vita spirituale. Nell’aldiqua ha lasciato circa 600 cenacoli sparsi nel mondo (Italia, Europa, Stati Uniti, Australia), la fede di centinaia di migliaia di persone, le loro donazioni. E 10 ettari di cantiere. “Un giorno mi farai una grande chiesa” profetizzò la Madonna a Fortunata Evolo, Natuzza appunto, donna candida e spirituale, alla quale persino il titolato Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) ha riconosciuto almeno la buona fede.

Giusto: di fede qui ce n’è tanta. Ed è pure buona.
Restano austeri quelli della fondazione Cuore immacolato di Maria: lo ha certificato la Banca di credito cooperativo nel concedere i primi mutui. “Austeri e semplici come la Mamma ci ha insegnato” precisa Michele Cordiano, prete pure lui colto e sempre diffidente, che della mistica fu padre spirituale, indaffarato a organizzare l’imminente convegno dei giovani natuzziani, il 20 dicembre.
E però un pericolo c’è: anche Paravati è a rischio degenerazioni. C’è il pericolo che anche qui proliferino fenomeni che con la fede nulla c’entrano, come i bingo, le beauty farm, persino i sex shop, il commercio di pentole sui pullman, come è avvenuto in altri luoghi santi, diventati turistici e basta.
Racconta Vincenzo Famà, solitamente missionario in Africa: “Per evitare contaminazioni, ho suggerito ai miei compaesani, tutti fedeli di Natuzza, di aprire attività commerciali, perché loro rispetterebbero sicuramente la memoria della mistica. Invece niente, dicono che la Mamma non capirebbe”.
Per intenderci: a Paravati le riffe, i ricavati di sagre e tornei di calcetto, persino una percentuale degli stipendi finiscono alla fondazione. Ma dopo l’invasione del capoluogo Vibo Valentia, anche a Paravati s’affacciano i cinesi con i loro negozi. E con migliaia di reliquie falsoveggenti.
Natuzza è un marchio che tira, un brand, e già i lestofanti si aggirano nei dintorni. Non lo nasconde nemmeno don Michele: “Noi possiamo garantire soltanto quanto facciamo tra le nostre mura. E comunque, sì, avverto alcuni segnali negativi. C’è chi si è messo a pubblicare e vendere libri su Natuzza con l’intestazione della nostra fondazione. E pure chi ha rubato qualcuno dei nostri barattoli per la raccolta delle offerte”. Anime impure.
Il guaio è che ci vogliono soldi, tanti soldi, per finire le opere della Madonna, almeno una quindicina di milioni di euro. Considerato che la burocrazia regionale ha bloccato “anche i 5 milioni promessi”, dice don Michele, non resta che la via obbligata delle offerte dei fedeli. Il sistema più diffuso, in Italia e nel mondo, sono i salvadanai di latta.
“Porto quello della mia parrocchia di Varsavia” spiega don Riccardo, prete polacco dal fragile italiano. Il grosso è però in Calabria. Qui sono addirittura rari gli esercizi commerciali privi dei barattoli di Natuzza. “Numerati, il volto di Mamma stampato sopra, si ritirano alla fondazione. Una volta pieni, vengono restituiti” raccontano i fratelli baristi Saverio e Valentino. Ma molti soldi si perdono per strada. Spariti, occultati, rubati. E pochi sanno se la ‘ndrangheta, come qualcuno racconta, ha creato un sistema parallelo di raccolta. A fini personali, naturalmente, anzi di clan.
Certo è che la criminalità non fa sconti neppure a Dio. Il racket delle estorsioni ha attentato con fuoco e fiamme alla chiesa in costruzione, l’ultima volta nello scorso mese di aprile, senza alcuna pietà per la Natuzza ancora in vita. E ora s’affaccia sul cantiere della Natuzza “già santa”. I carabinieri di Paravati sono obbligati alla consegna del silenzio, ma vigilano, eccome se vigilano.
Questa è la terra del clan Mancuso. Stando alle informazioni in possesso di Beppe Lumia, ex presidente della commissione parlamentare Antimafia, si tratta della “cosca finanziariamente più importante d’Europa. Ecco perché, come nelle grandi città, a Paravati, frazione di Mileto, 3.200 abitanti sui 7.800 totali del comune, c’è sempre una pattuglia per strada. Giorno e notte.
Nel borgo non c’è soltanto il santo cantiere, la frazione cresce a vista d’occhio, il mito di Natuzza sta moltiplicando gli investimenti pubblici e privati. S’inaugurano a gennaio il centro sportivo e la nuova scuola elementare, raddoppiano le casette a un piano, triplica l’unico albergo. “E altri s’intravedono all’orizzonte” racconta il sindaco Vincenzo Varone, giornalista e volto notissimo delle tv locali.
Amico da una vita del figlio più piccolo di Natuzza, il quinto, Varone è sindaco da sei mesi. Spiega: “Tutto il nuovo piano strutturale comunale ruota attorno alla fondazione. Nell’immediato stiamo per restaurare la casa in cui ha vissuto con la sua famiglia, e nella quale andavo a studiare. Oggi è chiusa al pubblico, un gran peccato”.
E l’assessore all’Urbanistica, Antonio Furci, di rimando: “Parcheggi, strade nuove, l’area archeologica, la segnaletica: la crescita è tutta legata alla nuova chiesa”.
Che poi tutti qui chiamano “la sesta figlia di Natuzza”.
Negli uffici pubblici, nelle scuole, persino nella caserma dei carabinieri, accanto alla foto standard del presidente Giorgio Napolitano, c’è sempre una gigantografia della “già santa”. Albergatori, ristoratori, il proprietario della ferramenta, raccontano tutti di essere stati spinti ad avviare le loro attività da Fortunata Evolo. Un lavoro benedetto, il loro. Maria Evolo, proprietaria con il marito della pizzeria El Fuego, racconta: “Prima c’eravamo solo noi, ora i ristoranti sono tanti”. E la concorrenza? “Sia fatta la volontà di Natuzza”.
È capitato così pure alla fondazione. La tomba di Natuzza è in una spoglia cappella della casa natale, meta continua di lacrime e pellegrinaggi. Nei pressi, dopo essere partita da qualche oggettino per i credenti, la fondazione ha attrezzato un negozio di gadget prodotti “in casa”: dai libri all’olio, dagli anelli “Mezzo cristallo” ai braccialetti “Tutti i Santi”. I prezzi: da 1 a 100 euro. E, periodicamente, provvede alla celebrazione di un concerto per raccogliere fondi, con star musicali e televisive, da Luisa Corna a Gigi D’Alessio. L’ultimo, celebrato il 23 agosto, a molti è sembrato kitsch.
“Ma cosa dovremmo fare?” replica don Pasquale, passato dalla diffidenza al disappunto. “Dobbiamo finire la chiesa, lo ha chiesto la Madonna, mica io. L’unica possibilità sono le donazioni”. E poi, aggiunge don Michele, “siamo pronti a sopportare tutte le critiche pur di finire il lavoro. Però ricordate, voi giornalisti, che se scrivete il falso ne pagherete le conseguenze con chi è sopra di noi”. Natuzza, ovviamente.

(riduzione dal Blog di Panorama.it)

mercoledì 16 dicembre 2009

IL GATTO ROBERT RILASCIATO DAL LABORATORIO DI VIVISEZIONE DELL’UNIVERSITÀ DELLO UTAH




La foto e la storia del gatto Robert hanno commosso il mondo intero ed hanno aperto gli occhi su una realtà a molti sconosciuta. L’OIPA si era fatta voce di Robert e di tutti gli animali che stanno soffrendo nello Utah ed aveva predisposto un Appello per gli Animali in cui chiedeva all’Università di porre fine agli esperimenti su cani e gatti randagi. Pochi giorni dopo avere lanciato l’Appello, abbiamo ricevuto conferma che l’Università dello Utah (USA) ha disposto il rilascio di Robert, il quale verrà dato in adozione ad una famiglia che si prenderà cura di lui. La liberazione di Robert è il più bel regalo che si possa ricevere: dopo tanto dolore ora potrà avere cure, amore e dire addio alla gabbia del laboratorio.
Questa bellissima prima vittoria è stata resa possibile grazie a tutti coloro che hanno sostenuto il nostro Appello per gli Animali: pochi istanti del vostro tempo possono cambiare realmente la vita degli animali. Robert ne è l’ennesima prova!
Il nostro cuore è colmo di gioia per Robert ed il nostro lavoro continua per tutti gli altri animali che stanno soffrendo nello Utah. Scienza, ricerca, sperimentazione non giustificano mai tali sacrifici.

venerdì 11 dicembre 2009

Plectrum- Planxty O' Carolan


Suite irlandese di B. Szordikowski (1987) eseguita dal quartetto a plettri "Plectrum",formato da:
Adolfo Tronco- mandolino1;
Massimiliano Del Gaudio- mandolino2;
Roberto Padula- mandola;
Andrea Sensale- chitarra.

mercoledì 9 dicembre 2009

Olé, Mexico!!


Un momento di uno dei concerti per pianoforte e orchestra tenuti recentemente da Simona Padula in Messico. In questa foto: Celaya, settembre 2009, Piano Concerto No. 2 in DO minore, Op.18, di S. Rachmaninoff.

giovedì 3 dicembre 2009

ufo che passa tra le torri gemelle di NY



quando c'erano ancora...

La Remote Viewing, ovvero la Visione a Distanza

“Il segreto è stato rivelato: la visione a distanza esiste, funziona ed è stata sperimentata, provata e utilizzata dai servizi segreti per oltre vent’anni. Le recenti ammissioni del Governo (degli Stati Uniti) riguardanti l’uso di strumenti bellici di carattere metafisico sono una testimonianza cruciale e inconfutabile del fatto che ciò che ho detto adesso è la verità...”



Il Maggiore (dell’esercito statunitense) David Morehouse
“Entrò in trance. E mentre vi si trovava, ci diede delle coordinate  geografiche. Zoomammo con le fotocamere satellitari su quel punto, e l’aereo disperso era lì.

Il ricercatore del paranormale Ingo Swan coniò il termine “visione a distanza” come termine scientifico neutrale per descrivere il processo mediante il quale un osservatore percepisce informazioni su una località distante, servendosi di qualcosa di diverso dai cinque sensi conosciuti. Inizialmente esso si riferiva soltanto alle situazioni in cui l’Esercito degli Stati Uniti si serviva di un protocollo di ricerca minuziosamente disciplinato, ma gradualmente il termine è entrato nell’uso comune per indicare l’abilità di percepire informazioni nascoste o a distanza avvalendosi di mezzi metafisici.
La differenza tra la visione a distanza e l’esperienza extracorporea
Puthoff e Targ scrissero nel loro saggio classico “A Perceptual Channel for Information over Kilometer Distances” (Un canale percettivo per informazioni poste a chilometri di distanza) del 1976 che avevano scelto il termine “visione a distanza” in quanto termine neutrale libero dalle associazioni aprioristiche e dai pregiudizi che caratterizzavano i termini autoscopia (letteratura medica), esteriorizzazione o dissociazione (letteratura psicologica) e proiezione astrale (letteratura dell’occulto). Altri investigatori preferiscono utilizzare il termine neutro “cognizione anomala”.
Tuttavia, esiste ancora una sovrapposizione nell’uso generale dei termini Visione a Distanza ed Esperienza Extracorporea. I ricercatori che volontariamente le sperimentano entrambe sostengono che c’è una differenza tra l’esperienza extracorporea, nella quale l’osservatore percepisce come se fosse fisicamente presente, e la visione a distanza, nella quale l’osservatore è in grado di ottenere, grazie alla chiaroveggenza, tutti i tipi di informazioni riguardanti l’oggetto che non è fisicamente osservabile.
Come afferma Joseph McMoneagle nel suo libro Remote Viewing Secrets (I segreti della visione a distanza) del 2000, l’osservatore a distanza sta seduto in una stanza e descrive percezioni di un oggetto posto in un altro luogo. Sebbene l’osservatore sia in grado di descrivere con precisione quell’altro luogo, non c’è alcun dubbio che questi sia presente nella stanza in cui si trova il suo corpo. Al contrario, nell’esperienza extracorporea, le persone percepiscono di essersi recate in quell’altro luogo e di esservi state presenti in ogni forma tranne che in quella del corpo fisico (McMoneagle 2000: 176-177).
La ricerca militare sulla visione a distanza
Per più di vent’anni, le forze militari degli Stati Uniti hanno destinato ogni anno uno stanziamento di settanta milioni di dollari alla ricerca metafisica con particolare riferimento alla “visione a distanza”.
Per quanto ciò possa sembrare sorprendente per coloro che hanno poca dimistichezza con i fenomeni metafisici, questo e molto altro è stato fatto e viene fatto tutt’oggi negli Stati Uniti, in Russia e in Cina. La Francia non ha detto nulla in merito, ma possiede la popolazione e la conoscenza metafisica avanzata per far parte del novero dei Paesi che potrebbero praticare la visione a distanza.
Nel suo interessantissimo libro, Remote Viewers – The Secret History of America’s Psychic Spies (Osservatori a distanza – La Storia Segreta delle Spie Psichiche dell’America) del 1997, Jim Schnabel cita una gran quantità di fonti altamente affidabili, compreso un Presidente degli Stati Uniti, che parlano della realtà della Visione a Distanza applicata ad obiettivi militari. Ecco alcune delle loro affermazioni sbalorditive che hanno già trovato il loro posto nella storia dei fenomeni metafisici:
“Non mi è mai piaciuto fare dibattiti con gli scettici, perché se non si crede che la visione a distanza è reale, allora non si è fatto bene il proprio lavoro.”
Il Generale Maggiore dell’Esercito degli Stati Uniti Edmund R. Thompson, Assistente Capo dell’Intelligence, 1977-81, Vice Direttore della Gerenza e delle Operazioni, DIA, 1982-84 (Schnabel 1997: copertina).
“Non si può esserne coinvolti senza convincersi che c’è qualcosa”
Norm J., ex alto ufficiale della CIA addetto agli osservatori a distanza (Schnabel 1997: copertina).
“Ci sono stati dei momenti in cui volevano premere bottoni e sganciare bombe sulla base delle nostre informazioni.”
Dott. Hal Puthoff, ex direttore del programma sulla visione a distanza (Schnabel 1997: copertina).
“Entrò in trance. E mentre vi si trovava, ci diede delle coordinate geografiche. Zoomammo con le fotocamere satellitari su quel punto, e l’aereo disperso era lì.”
L’ex Presidente statunitense Jimmy Carter, ricordando un’operazione di visione a distanza del 1978 (Schnabel 1997: copertina).
Negli Stati Uniti, lo Stanford Research Institute è stata la sede in cui furono condotti molti degli esperimenti originari. Il fisico Hal Puthoff era il direttore del Programma sulla Visione a Distanza. Il personale coinvolto in questo programma di proiezione astrale e visione a distanza (secondo Schnabel 1997) comprendeva anche:
• L’Ammiraglio Stanfield Turner, Direttore della CIA dal 1977 al 1991
• Il Generale Maggiore Ed Thompson, Assistente Capo del Personale dell’Intelligence dell’Esercito degli Stati Uniti. In particolare, egli era a conoscenza del fatto che i Russi erano in possesso di tecniche avanzate nell’ambito dei fenomeni metafisici, e se ne servivano per motivi di spionaggio militare nella visione a distanza e nell’ipnosi telepatica a lunga distanza
• Il Sergente Mel Riley (1978-90)
• Il Sergente Lyn Buchanan, il Maggiore Ed Dames e il Colonello John Alexander dell’Intelligence dell’esercito e del Comando della Sicurezza degli Stati Uniti
• L’osservatore remoto di talento Ingo Swann, che fu il primo soggetto a sottoporsi ai test di Puthoff sulle esperienze extracorporee
• Lo scienziato della CIA Richard Kennet, che collaborò con Pat Price e Hal Puthoff
• Keith Harary, osservatore a distanza di talento
• John McMahon, capo dell’Ufficio del Servizio Tecnico della CIA dal 1974 al 1976 e in seguito Vice Direttore della CIA – il quale fu uno dei principali sostenitori della visione a distanza e divenne investigatore in prima persona – si convinse dell’autenticità della visione a distanza quando sperimentò personalmente questo sbalorditivo fenomeno metafisico
• Patrick Price, sensitivo di grande talento, la cui visione a distanza era altamente coincidente con quella di Ingo Swann. Price, attraverso la visione a distanza, descrisse con precisione “i dettagli di una installazione segreta del Pentagono nelle colline del villaggio di Sugar Grove, nella Virginia Occidentale…” Fra le sue funzioni segrete c’erano l’intercettazione di telefonate intercontinentali e il controllo dei satelliti spia degli Stati Uniti. Grazie alla sua visione a distanza, Price fu anche estremamente accurato nel penetrare nell’installazione russa del Monte Narodnaya, nella regione remota dei Monti Urali settentrionali. La CIA confermò la precisione della visione a distanza di Price.
In questo campo, il sito Internet più completo, dotato di un gran numero di collegamenti ipertestuali ad articoli giornalistici specialistici e saggi accademici scritti dalle maggiori autorità in materia, è quello di Joseph McMoneagle.
Psychic  Warrior
Il Maggiore David A. Morehouse, ufficiale pluridecorato dell’esercito degli Stati Uniti, dal 1987 al 1991 venne assegnato a diversi programmi di alto livello ad accesso speciale nel Comando di Sicurezza dell’Intelligence dell’Esercito degli Stati Uniti e nell’Agenzia per l’Intelligence della Difesa. Nel suo libro del 1996 Psychic Warrior – The True Story of the CIA’s Paranormal Espionage Program (Guerriero Metafisico – La Storia Vera del Programma di Spionaggio Paranormale della CIA) egli cita delle figure chiave del programma:
Il segreto è stato rivelato: la visione a distanza esiste, funziona ed è stata sperimentata, provata e utilizzata dai servizi segreti per oltre vent’anni. Le recenti ammissioni del Governo (degli Stati Uniti) riguardanti l’uso di strumenti bellici di carattere metafisico sono una testimonianza cruciale e inconfutabile del fatto che ciò che ho detto adesso è la verità. Il governo della nazione più potente di questa terra ha ammesso di essere a conoscenza del fatto che gli esseri umani possono trascendere il tempo e lo spazio per vedere persone, luoghi, cose ed eventi distanti, e che è possibile riferire informazioni ottenute in tal modo. Spero comprendiate il significato di questa informazione (Morehouse 1996).
Morehouse sostiene pure di avere avuto, insieme ad altri osservatori remoti, contatti regolari con esseri dell’Aldilà. Vedi Psychic Warrior e l’ intervista (in lingua inglese). Nel suo saggio CIA-Initiated Remote Viewing At Stanford Research Institute il Dott. Hal Puthoff, direttore del programma iniziale di ricerca sulla visione a distanza, svela alcuni dettagli dei risultati integrati del programma che, a suo avviso, forniscono la prova inequivocabile della capacità umana di accedere ad eventi distanti sia nel tempo che nello spazio.
Mi stupisco del fatto che questo progetto, per forza di cose segreto, sia stato portato avanti per così tanto tempo dall’esercito degli Stati Uniti senza incontrare la forte opposizione dei materialisti, delle religioni istituzionalizzate e dei fondamentalisti. Chiaramente, i militari e le agenzie di spionaggio hanno deciso che la visione a distanza oggettivamente provata trascendesse qualunque obiezione basata sulle convinzioni religiose soggettive dei fondamentalisti e delle chiese istituzionalizzate.
Secondo diverse fonti, la CIA intraprese il programma sulla visione a distanza su richiesta del Congresso degli Stati Uniti e vide interrotti i suoi finanziamenti nel 1995. La ragione ufficiale di ciò fu l’opinione contraria di due scienziati. Tuttavia, secondo il libro di Joseph McMoneagle, Mind Trek (Spedizione della mente) del 1997, a questi scienziati non venne mostrato il 99% dei risultati documentati degli esperimenti sulla visione a distanza, che erano e sono ancora archiviati, venne loro impedito di parlare con gli osservatori a distanza e con i direttori del progetto e non venne dato loro alcun mezzo per valutare l’operatività delle informazioni che vennero loro comunicate (1997: 218-229).
La visione a distanza diventa un affare commerciale
Molti degli osservatori a distanza precedentemente coinvolti nel programma militare oggi mettono le loro capacità a disposizione di imprese private e possono essere contattati presso il Cognitive Sciences Laboratory (CSL) con sede in California.
Ed Dames, ex osservatore a distanza dell’esercito statunitense e oggi presidente della sua società commerciale di visione a distanza, che lavora per conto dell’intelligence americana, sostiene che i suoi clienti non sono tenuti a sborsare un centesimo se i risultati non sono accurati. Egli afferma che durante la Guerra del Golfo la sua società ha intrapreso con successo operazioni di visione a distanza per conto di agenzie di intelligence. Ed Dames dichiara, tra l’altro, “Quando dei generali dell’esercito chiedono di sapere da dove vengono i nemici, occorre fornire loro informazioni estremamente precise” (Dames 2000).
Da quando la visione a distanza è divenuta di pubblico dominio, ha dimostrato la sua efficacia sul mercato – al momento in cui scrivo (2001) il motore di ricerca Google fornisce più di 610.000 risultati per il termine “remote viewing” (visione a distanza, n.d.t.).
Una minaccia militare?
Realisticamente, nessuno sa con certezza chi abbia fatto più progressi nell’ambito della visione a distanza. Per esempio, secondo Tim Rifat (1999), è noto che i militari e le agenzie di intelligence di Russia e Cina sono molto avanti in questo campo. Ingo Swann, per molti anni in prima linea nella ricerca sulla visione a distanza, sostiene che i russi hanno venduto le loro conoscenze ad altri Paesi:
Diverse fonti piuttosto attendibili mi hanno informato del fatto che due importanti nazioni stanno facendo progressi nelle applicazioni dell’ energia psichica, una delle quali è la visione a distanza. Si ritiene che anche una terza nazione più piccola, ben nota per il suo odio nei confronti dello stile di vita americano, del quale non fa mistero, stia facendo progressi in questo campo. Credo a queste fonti, perché sono a conoscenza del fatto che la Russia postcomunista ha venduto per ben tre volte, in cambio di grossissime somme di denaro, i segreti metafisici sovietici allo scopo di reperire la valuta straniera di cui ha bisogno. Vedi le Affermazioni di Ingo Swann sulla Visione a Distanza rilasciate il 1° dicembre del 1995 (in lingua inglese).
Il fatto che i sovietici fossero all’avanguardia in questo campo era stato rivelato nel libro di Martin Ebon del 1983 Psychic Warfare: Threat or Illusion? (Guerra metafisica: minaccia o illusione?). Swann sostiene che “Tra il 1969 e il 1971 fonti dei servizi segreti americani iniziarono a scoprire e a confermare che l’Unione Sovietica era pienamente coinvolta nella cosiddetta ricerca metafisica. Nel 1970 si scoprì che i sovietici vi investivano circa 60 milioni di rubli all’anno, e oltre 300 milioni nel 1975 (Swann 1995). E fu per fronteggiare questo programma, afferma, che si diede vita al Programma Americano sulla Visione a Distanza.
I poteri metafisici della Cina – Gli osservatori a distanza e i superpsichici.
Chiunque sappia qualcosa di metafisica rimarrebbe profondamente sorpreso da quello che i cinesi sono riusciti a fare. Ma il governo cinese ha lasciato filtrare solo delle informazioni limitate sul reale potere dei suoi supersensitivi.
Ripeto, nessuno sa realmente quanto siano realmente avanzate le principali potenze nel campo della visione a distanza. È logico che tutti i progressi fatti nel campo della visione a distanza siano da considerare materiale segretissimo.
Tuttavia, le informazioni limitate di cui disponiamo sono più che sufficienti a capire che la Cina, dal punto di vista metafisico, è probabilmente più avanti degli Stati Uniti, della Russia e di qualunque altro Paese che rappresenti una potenziale minaccia per la sicurezza nazionale americana, e questo fatto può costituire motivo di allarme.
Occorre ricordare che il governo cinese finanzia i fenomeni metafisici – e tratta i suoi sensitivi più dotati come “tesori nazionali”. Promuove, inoltre, un programma attivo di reclutamento dei sensitivi realmente dotati. Si comincia alle elementari con i programmi di selezione e di addestramento rivolti a coloro che mostrano doti metafisiche. A causa della sua vasta popolazione, è ragionevole attendersi che in Cina ci sia un numero di sensitivi più elevato che in qualunque altro posto al mondo.
I cinesi sostengono di avere superpsichici come Zhang Baosheng che sarebbero in grado di accelerare la struttura molecolare del loro corpo per penetrare, a proprio piacere, attraverso oggetti solidi – come pareti in muratura. Sostengono pure di avere osservatori a distanza di grande talento. Ciò vuol dire che i cinesi sono certi di avere sensitivi di grande talento capaci di leggere documenti riposti in luoghi sicuri (Dong e Raffill 1997). Vedi la recensione (in inglese) del libro China’s Super Psychics (I Superpsichici della Cina).
Nel loro libro, China’s Super Psychics (I Superpsichici della Cina), Paul Dong e Thomas E. Raffill sostengono:
La vasta popolazione della Cina, incoraggiata da un governo che promuove assiduamente la ricerca metafisica, ha sviluppato una percentuale insolitamente elevata di praticanti con capacità metafisiche. Si stima che ci siano oggi in Cina cinquemila bambini sensitivi, da trecento a cinquecento sensitivi adulti e più di trenta superpsichici.
Per colpa di quegli scettici dalla mentalità chiusa che vogliono escludere i fenomeni metafisici dalle priorità della sicurezza nazionale, il risultato inevitabile sarà quello di lasciare l’Occidente impreparato – il che potrebbe avere conseguenze devastanti. L’Occidente vuole forse correre i rischi di una tale omissione?
Con assoluta certezza, laddove ci siano fenomeni metafisici avanzati, si troveranno prove dell’esistenza di una vita dopo la morte – le due cose sono inevitabilmente connesse fra loro.

mercoledì 2 dicembre 2009

Ventennale dell'Ordine degli psicologi- "rosee" prospettive per le lauree triennali

dal sito dell'Ordine degli psicologi
Gli psicologi europei risultano essere, complessivamente,circa 200.000; di questi, ben 70.000
sono italiani. In altre parole uno psicologo europeo
su tre è italiano.
Non vi è dubbio alcuno che le attività professionali
dello Psicologo sono orientate al perseguimento del
benessere e della salute dell’individuo, dei gruppi e
delle organizzazioni. Per questo motivo abbiamo fortemente
voluto il passaggio della vigilanza dal Ministero
di Giustizia al Ministero della Salute. Oggi, grazie a
questo passaggio, anche il riconoscimento dei titoli
esteri avviene presso il Ministero della Salute. Il Dott.
Giovanni Leonardi, Direttore generale delle risorse
umane e Professioni sanitarie del Ministero della
Salute ha voluto con la sua presenza sia alla conferenza
stampa che alla cerimonia organizzata in occasione
del ventennale, evidenziare che il passaggio al
Ministero della Salute è il presupposto per il raggiungimento
di obiettivi cruciali per la nostra Professione
connessi al miglioramento della qualità della formazione
e quindi alle stesse prestazioni professionali. Mi
riferisco all’istituzione del numero programmato ed
al superameno della laurea triennale attraverso il
ritorno a ciclo unico per Psicologia.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi
aveva espresso parere negativo circa la riforma che
introduceva la cosiddetta laurea triennale. I motivi del
nostro atteggiamento ostativo furono:
- sia di carattere scientifico-culturale: in quanto ritenevamo
e riteniamo che un percorso triennale non
sia assolutamente sufficiente per formare adeguatamente
operatori che intervengono in un campo
così delicato come la Psicologia, e ben lo comprese
chi con la legge 170/03 fu costretto a rivedere gli
ambiti di competenza del “dottore in tecniche psicologiche
psicologiche”
ridimensionando le ambiguità e restringendo
ampiamente il campo di esercizio professionale;
- sia di carattere più generale e di sistema: in quanto
il pretesto di adeguamento alla normativa degli altri
paesi europei che doveva avere come finalità la
facilitazione della circolazione di studenti nella UE,
divenne invece un veicolo per dare l’illusione ai giovani
che si sarebbe potuta acquisire una competenza
professionale in soli tre anni. Ed è solo per
sostenere tale illusione, che trova spiegazione - ma
non giustificazione - la prima denominazione professionale
del laureato triennale quale “psicologo
iunior”. Solo successivamente, in nome della trasparenza
nei confronti dei consumatori, tale denominazione
è stata modificata in “Dottore in tecniche
psicologiche”, rendendo inequivocabile la differenza
sostanziale degli ambiti di competenza e ottenendo
l’effetto che speravamo: disincentivare i giovani
dall’intraprendere la ricerca di un lavoro inesistente,
smascherando l’illusione. Ne è testimonianza
l’esiguità degli iscritti alla sez. B (appena 160)
dell’Albo che dovrebbe raccogliere i “professionisti
- dottori in tecniche psicologiche”, nonché il tasso di
disoccupazione degli stessi, che sfiora il 100%.

giovedì 26 novembre 2009

Auditorium della chiesa di San Francesco d’Assisi, 20/11/2009

venerdì 20 novembre 2009


Un intenso recital di Simona Padula apre i "Venerdì classici al Vomero"

Caloroso successo della pianista, ospite della nuova rassegna organizzata dall'Associazione Napolinova in collaborazione con la Municipalità 5 del Comune di Napoli.


Abbiamo altre volte sottolineato come il quartiere napoletano del Vomero stia assurgendo a polo principale della musica classica cittadina.

Un ennesimo esempio lo abbiamo avuto recentemente, in occasione dell'apertura della rassegna "Venerdì classici al Vomero", organizzata dall'Associazione Napolinova, in collaborazione con la Municipalità 5 del Comune di Napoli, nell'ambito delle manifestazioni legate a "Musica in Movimento nei Monumenti".

Ospite del concerto inaugurale, tenutosi nell'Auditorium della chiesa di San Francesco d'Assisi, la pianista Simona Padula, vomerese DOC, reduce da una trionfale tournée messicana, che ha proposto un repertorio rivolto alla produzione del Settecento e dell'Ottocento.

Brano iniziale, preceduto da una esauriente spiegazione dell'artista, Kinderszenen (Scene infantili), op. 15 (1838) di Schumann, scritto dal compositore tedesco durante uno dei tanti periodi di distacco dall'amata Clara Wieck, che precedettero il loro matrimonio, avvenuto nel 1840.

Si tratta di una raccolta di tredici brani, vere e proprie miniature, dove l'autore guarda all'infanzia con gli occhi nostalgici dell'adulto e, pur non essendo molto nota nella sua interezza, è caratterizzata dalla presenza di Träumerei (Sogno), pezzo fra i più famosi di Schumann.

E' stata poi la volta della Fantasia in do minore K.475 che Mozart scrisse nel 1785, abbinandola alla Sonata in do minore K 457, ma i due brani hanno, fino ad un recente passato, conosciuto vite autonome e solo raramente sono eseguiti insieme.

Particolarità di questa sonata è quella di essere stata composta per il fortepiano e quindi presenta timbri specifici dello strumento, a differenza di molti altri lavori mozartiani, nati per il clavicembalo e poi entrati a far parte del repertorio pianistico.

Terza composizione in programma, la Sonata n. 14, in do diesis minore op. 27, n.2 (1801) che Beethoven dedicò alla contessa diciassettenne Giulietta Guicciardi.

L'autore la definì "sonata quasi una fantasia", in quanto non seguiva rigorosamente gli schemi del genere, mentre l'appellativo "Al chiaro di luna", con la quale è ormai passata alla storia, risulta postumo e si deve al critico musicale Ludwig Rellstab.

Parte finale dedicata a due brani di Liszt, Studio n. 6 in la minore (Tema e variazioni sul Capriccio n. 24 di Paganini), da Grandes Études de Paganini, S.141 (1851) e "Après une lecture du Dante: Fantasia quasi sonata" (1849), il pezzo più lungo ed elaborato nell'ambito del secondo volume de "Les Années de Pèlerinage", che fa riferimento alla Divina Commedia e, in particolare, descrive gli stati d'animo contrastanti delle anime dell'Inferno e del Paradiso.

Come si può constatare, il programma scelto dalla Padula conteneva tutta una serie di spunti, di volta in volta romantici, drammatici, virtuosistici, permettendo all'artista di evidenziare la sua estrema bravura, contraddistinta da una forte intensità esecutiva ed un tocco elegante e raffinato.

Grandissimo successo di pubblico, con molti spettatori rimasti addirittura in piedi (e in silenzio) durante l'intero concerto, segno ulteriore del carisma della pianista.

In conclusione un ottimo inizio per questa breve ma interessante rassegna, che si protrarrà fino a metà dicembre.



Incollato da <http://guide.supereva.it/critica_di_musica_classica/interventi/2009/11/un-intenso-recital-di-simona-padula-apre-i-venerdi-classici-al-vomero>