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mercoledì 2 dicembre 2009

Ventennale dell'Ordine degli psicologi- "rosee" prospettive per le lauree triennali

dal sito dell'Ordine degli psicologi
Gli psicologi europei risultano essere, complessivamente,circa 200.000; di questi, ben 70.000
sono italiani. In altre parole uno psicologo europeo
su tre è italiano.
Non vi è dubbio alcuno che le attività professionali
dello Psicologo sono orientate al perseguimento del
benessere e della salute dell’individuo, dei gruppi e
delle organizzazioni. Per questo motivo abbiamo fortemente
voluto il passaggio della vigilanza dal Ministero
di Giustizia al Ministero della Salute. Oggi, grazie a
questo passaggio, anche il riconoscimento dei titoli
esteri avviene presso il Ministero della Salute. Il Dott.
Giovanni Leonardi, Direttore generale delle risorse
umane e Professioni sanitarie del Ministero della
Salute ha voluto con la sua presenza sia alla conferenza
stampa che alla cerimonia organizzata in occasione
del ventennale, evidenziare che il passaggio al
Ministero della Salute è il presupposto per il raggiungimento
di obiettivi cruciali per la nostra Professione
connessi al miglioramento della qualità della formazione
e quindi alle stesse prestazioni professionali. Mi
riferisco all’istituzione del numero programmato ed
al superameno della laurea triennale attraverso il
ritorno a ciclo unico per Psicologia.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi
aveva espresso parere negativo circa la riforma che
introduceva la cosiddetta laurea triennale. I motivi del
nostro atteggiamento ostativo furono:
- sia di carattere scientifico-culturale: in quanto ritenevamo
e riteniamo che un percorso triennale non
sia assolutamente sufficiente per formare adeguatamente
operatori che intervengono in un campo
così delicato come la Psicologia, e ben lo comprese
chi con la legge 170/03 fu costretto a rivedere gli
ambiti di competenza del “dottore in tecniche psicologiche
psicologiche”
ridimensionando le ambiguità e restringendo
ampiamente il campo di esercizio professionale;
- sia di carattere più generale e di sistema: in quanto
il pretesto di adeguamento alla normativa degli altri
paesi europei che doveva avere come finalità la
facilitazione della circolazione di studenti nella UE,
divenne invece un veicolo per dare l’illusione ai giovani
che si sarebbe potuta acquisire una competenza
professionale in soli tre anni. Ed è solo per
sostenere tale illusione, che trova spiegazione - ma
non giustificazione - la prima denominazione professionale
del laureato triennale quale “psicologo
iunior”. Solo successivamente, in nome della trasparenza
nei confronti dei consumatori, tale denominazione
è stata modificata in “Dottore in tecniche
psicologiche”, rendendo inequivocabile la differenza
sostanziale degli ambiti di competenza e ottenendo
l’effetto che speravamo: disincentivare i giovani
dall’intraprendere la ricerca di un lavoro inesistente,
smascherando l’illusione. Ne è testimonianza
l’esiguità degli iscritti alla sez. B (appena 160)
dell’Albo che dovrebbe raccogliere i “professionisti
- dottori in tecniche psicologiche”, nonché il tasso di
disoccupazione degli stessi, che sfiora il 100%.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mannagg' 'a capa mia!!!