Un intenso recital di Simona Padula apre i "Venerdì classici al Vomero"
Caloroso successo della pianista, ospite della nuova rassegna organizzata dall'Associazione Napolinova in collaborazione con la Municipalità 5 del Comune di Napoli.
Abbiamo altre volte sottolineato come il quartiere napoletano del Vomero stia assurgendo a polo principale della musica classica cittadina.
Un ennesimo esempio lo abbiamo avuto recentemente, in occasione dell'apertura della rassegna "Venerdì classici al Vomero", organizzata dall'Associazione Napolinova, in collaborazione con la Municipalità 5 del Comune di Napoli, nell'ambito delle manifestazioni legate a "Musica in Movimento nei Monumenti".
Ospite del concerto inaugurale, tenutosi nell'Auditorium della chiesa di San Francesco d'Assisi, la pianista Simona Padula, vomerese DOC, reduce da una trionfale tournée messicana, che ha proposto un repertorio rivolto alla produzione del Settecento e dell'Ottocento.
Brano iniziale, preceduto da una esauriente spiegazione dell'artista, Kinderszenen (Scene infantili), op. 15 (1838) di Schumann, scritto dal compositore tedesco durante uno dei tanti periodi di distacco dall'amata Clara Wieck, che precedettero il loro matrimonio, avvenuto nel 1840.
Si tratta di una raccolta di tredici brani, vere e proprie miniature, dove l'autore guarda all'infanzia con gli occhi nostalgici dell'adulto e, pur non essendo molto nota nella sua interezza, è caratterizzata dalla presenza di Träumerei (Sogno), pezzo fra i più famosi di Schumann.
E' stata poi la volta della Fantasia in do minore K.475 che Mozart scrisse nel 1785, abbinandola alla Sonata in do minore K 457, ma i due brani hanno, fino ad un recente passato, conosciuto vite autonome e solo raramente sono eseguiti insieme.
Particolarità di questa sonata è quella di essere stata composta per il fortepiano e quindi presenta timbri specifici dello strumento, a differenza di molti altri lavori mozartiani, nati per il clavicembalo e poi entrati a far parte del repertorio pianistico.
Terza composizione in programma, la Sonata n. 14, in do diesis minore op. 27, n.2 (1801) che Beethoven dedicò alla contessa diciassettenne Giulietta Guicciardi.
L'autore la definì "sonata quasi una fantasia", in quanto non seguiva rigorosamente gli schemi del genere, mentre l'appellativo "Al chiaro di luna", con la quale è ormai passata alla storia, risulta postumo e si deve al critico musicale Ludwig Rellstab.
Parte finale dedicata a due brani di Liszt, Studio n. 6 in la minore (Tema e variazioni sul Capriccio n. 24 di Paganini), da Grandes Études de Paganini, S.141 (1851) e "Après une lecture du Dante: Fantasia quasi sonata" (1849), il pezzo più lungo ed elaborato nell'ambito del secondo volume de "Les Années de Pèlerinage", che fa riferimento alla Divina Commedia e, in particolare, descrive gli stati d'animo contrastanti delle anime dell'Inferno e del Paradiso.
Come si può constatare, il programma scelto dalla Padula conteneva tutta una serie di spunti, di volta in volta romantici, drammatici, virtuosistici, permettendo all'artista di evidenziare la sua estrema bravura, contraddistinta da una forte intensità esecutiva ed un tocco elegante e raffinato.
Grandissimo successo di pubblico, con molti spettatori rimasti addirittura in piedi (e in silenzio) durante l'intero concerto, segno ulteriore del carisma della pianista.
In conclusione un ottimo inizio per questa breve ma interessante rassegna, che si protrarrà fino a metà dicembre.
Incollato da <http://guide.supereva.it/critica_di_musica_classica/interventi/2009/11/un-intenso-recital-di-simona-padula-apre-i-venerdi-classici-al-vomero>
1 commento:
...e cumm'è bella 'a sora mia!!!!
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