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mercoledì 7 agosto 2013

Quando si muore una luce s’irradia al momento dell’ultimo respiro



Dall’Institute of Health Ageing dell’Università di Londra arriva una notizia che ha dell’incredibile:  il momento della morte umana viene segnato da una “fluorescenza”. Lo studio, condotto dal professor David Gems, ha avuto come soggetto i vermi ma, afferma egli stesso, i meccanismi coinvolti sono simili a quelli dei mammiferi: il verme potrebbe  fornire un modello utile per comprendere la morte cellulare nelle persone. Il professore ha analizzato al microscopio come questa fluorescenza parta dall’intestino e si propaghi per tutto il corpo, fino alla morte: causa dell’onda la segnalazione del calcio nell’organismo.
Si era attribuita questa fluorescenza ad una sostanza chiamata lipofuscina, che emette una luce bluastra e si accumula negli organismi con l’avanzare dell’età, ma lo studio ha fatto emergere un’altra molecola, l’acido antranilico, che risulta essere implicato in questa fluorescenza.
In conclusione, il professor Gems afferma: “I risultati mettono in dubbio che l’invecchiamento è una semplice conseguenza di un accumulo del danno molecolare. Adesso bisogna concentrarsi sugli eventi biologici che si verificano durante l’invecchiamento e la morte per comprendere correttamente come potremo essere in grado di interromperli”

martedì 9 luglio 2013

Verso un Futuro Post-Umano?

 Le formidabili scoperte compiute dalla ricerca sul cervello e la mente stanno sconvolgendo a tal punto la nostra visione del mondo da rivoluzionare le nostre concezioni millenarie e le tradizionali e consolidate questioni metafisiche, a cominciare dalla riconsiderazione di chi siamo, da dove proveniamo e soprattutto dove stiamo andando. Intravediamo possibilità inattese : le neuroscienze si avviano a plasmare il futuro del cervello, il futuro delle persone e il futuro della società in cui viviamo.

 
  Attualmente, le neuroscienze promettono di “rivelare” le nostre più intime predisposizioni e  prevedere in tal modo il nostro futuro. Tra gli obiettivi primari, quello di “manipolare” la mente umana. Evento che prospetta innovazioni sbalorditive e solleva forti e complessi dilemmi etici, medici, sociali e giuridici. Stiamo muovendo inesorabilmente verso un “mondo nuovo”, il paradiso psicotropico immaginato da A. Huxley. Con prospettive e pericoli finora impensabili. Le fantastiche esplorazioni del brain imaging, cioè della visualizzazione del cervello in tempo reale, l’impiego di cellule staminali umane per la “clonazione terapeutica”, l’individuazione di geni per particolari caratteri, le sostanze chimiche “non letali” per il controllo delle folle, la stimolazione magnetica transcraniale presentano rivolgimenti inimmaginabili.
 Alcune potenti tecniche per la modulazione del cervello e della mente sono già consolidate, come concorda il neuroscienziato Steven Rose. In realtà, i tentativi di accrescere le prestazioni umane hanno origini antiche. Pozioni magiche per produrre immortalità, forza e sapienza figurano nei miti di molte culture. Per giungere agli odierni personaggi dei cartoni animati di Asterix e Obelix, e agli scaffali degli “health food storse” negli Stati Uniti, che traboccano di pillole- le “droghe intelligenti”-, le quali promettono di migliorare l’intelligenza, la memoria e l’apprendimento anche in tarda età, nonché di prevenire il declino e il deterioramento della vecchiezza. Si è così registrata una vera e propria epidemia di assunzione di farmaci, fatto che ha comportato chiari fenomeni di abuso, con la prescrizione di psicofarmaci persino a bambini di appena due anni. 
Stiamo costruendo una “società psicocivilizzata” capace di produrre nuovi e sempre più sofisticati stimolanti dell’umore e pillole della “felicità”, con la prospettiva per l’individuo di trascorrere la sua vita “vagando” in uno stato mentale di “appagamento” indotto- precisa Rose- dalle “droghe terapeutiche”. Lo sviluppo delle nuove tecnologie è vasto e stupefacente, e sembra far parte del regno della fantascienza: Alla ricerca di una pillola intelligente; stimolanti cerebrali; domare lo stress; macchine per leggere la mente; i geni della mente; la ricerca della felicità; figli migliori; corpi senza età; anime felici.
Alcuni neuroscienziati sostengono che è possibile “identificare” veloci micromovimenti dei muscoli facciali e “distinguere” tra emozioni “autentiche” e “simulate”. Le teorie sulla capacità dell’uomo di mantenere privati e inaccessibili i propri pensieri e le proprie emozioni sembrano così definitivamente tramontate. Con i metodi di neuroimaging sarebbe in tal modo possibile “leggere” le emozioni presenti, ma anche prevedere il successivo comportamento. Siamo in grado di trovare la zona del cervello che si illumina quando una persona pensa a Dio, medita sul sublime o si dichiara innamorato. Essi poi sarebbero in condizione di “rivelare” il pregiudizio razziale o se una persona sta intenzionalmente mentendo, o di “distinguere” i ricordi “falsi” da quelli “veri”. Imprese automobilistiche come la Ford e la Chrysler e aziende commerciali soprattutto negli Stati Uniti hanno iniziato a utilizzare le nuove tecniche di brain imaging per vagliare l’impatto dei loro prodotti e attirare meglio i consumatori. Ricercatori di questa nuova strategia chiamataneuromarketing o neuroeconomia stanno indagando i processi dei neuroni coinvolti nella scelta tra Coca-Cola e Pepsi-Cola.
Anche le autorità militari negli USA si sono interessate alla possibilità di mettere a punto tecnologie per leggere la mente e controllare il pensiero. Attualmente almeno negli Stati Uniti sono ammessi in tribunale alcuni metodi di brain imaging , con lo scopo di determinare la verità circa un crimine o un’azione di violenza mediante l’individuazione delle informazioni immagazzinate nel cervello. Il riconoscimento del crimine sembrerebbe costruito nelle onde cerebrali. Naturalmente, una reazione negativa- la mancata risposta all’ immagine potrebbe essere interpretata come una prova d’ innocenza.
L’evidenza basata sulla tecnica di neuroimaging giocò una parte notevole nel processo che portò al rovesciamento di una condanna per omicidio in un tribunale dell’Iowa nel 2001. Questo metodo denominato “ il test dell’impronta cerebrale” si propone di fornire le prove in base a cui giudicare un’azione colpevole o innocente. E’ stata inoltre ventilata la possibilità anche di “prevedere” il comportamento futuro e di “identificare” gli assassini violenti- psicopatici- prima che essi abbiano ucciso qualcuno, rivelando anomalie nei loro cervelli.
Le grandi speranze su cui oggi investono i neuroscienziati è che i metodi di visualizzazione del cervello possano rivelare trasgressioni passate o perfino prevedere future inclinazioni in un bambino o in un adulto. Oggi è certamente già possibile identificare geni che predispongono a malattie neurologiche e psichiatriche, nonché offrire test di diagnosi prenatale. Nel sofisticato mondo neuroscientifico odierno esiste un insieme altamente variegato di sostanza psicochimiche potenziali, progettate su misura in base al gusto e al corredo genetico di ciascun individuo. Si tratta di un universale dispensatore bello e fatto di “felicità” qui e ora. Nancy Andrease, una delle più autorevoli neuroscienziate americane, indica la scoperta di “una penicillina per l’insanità mentale” come l’obiettivo della medicina del XXI secolo. Altri autori prospettano l’avvento di un salvatore, un salvatore che porta il nome di farmacogenetica (Barondes), la creazione di un farmaco adatto alla situazione dell’individuo, dopo che gli è stato identificato lo specifico insieme di geni che lo predispone a quella determinata condizione patologica.
Qualsiasi sviluppo futuro nel controllare e manipolare il cervello e la mente, ovvero i pensieri, le emozioni e il comportamento proverrà in gran parte dalle formidabili tecniche di brain imaging edalle sostanze chimiche. E’ questa realtà a condurre alle speculazioni che parlano di una “riprogettazione” degli esseri umani (Stock), alla creazione di una nuova specie “geneticamente ricca” (Silver), o sull’arrivo imminente di un “futuro post-umano” (Fukuyama). In risposta a queste inquietanti , drammatiche prospettive è nata una nuova disciplina chiamata “neuroetica”.

sabato 23 febbraio 2013

Tatuaggi temporanei elettronici per la telepatia e telecinesi


Tatuaggi temporanei elettronici potrebbero presto aiutare le persone a far volare droni con il solo pensiero e parlare telepaticamente senza parlare o mandare sms con gli smartphone.

Tatuaggi temporanei elettronici per la telepatia e telecinesiL’Ingegnere elettronico Todd Coleman che lavora presso l’Università della California a San Diego sta approntando i mezzi non invasivi per il controllo delle macchine tramite la mente e questo tipo di tecnica potrà essere utilizzata da tutti.
L’input di comando alla macchina potrà essere dato attraverso l’impulso elettrico del cervello e tutto ciò non è più roba da fantascienza. Negli ultimi anni, gli impianti cerebrali hanno permesso alle persone di controllare sistemi robotici utilizzando solo le loro menti, sollevando la prospettiva che un giorno i pazienti potevano superare la loro disabilità attraverso arti bionici o esoscheletri meccanici.
Ma gli impianti cerebrali sono tecnologie invasive, probabilmente di utilizzare solo per persone che hanno bisogno di intervento medico. Invece, Coleman e il suo team stanno sviluppando dei tatuaggi flessibile che si possono applicare sulla fronte, proprio come tatuaggi temporanei, in grado di leggere l’attività cerebrale.
“Vogliamo qualcosa che possiamo utilizzare nel negozio di caffè per divertirci”, dice Coleman.
I dispositivi sono inferiori a 100 micron di spessore, il diametro medio di un capello umano. Si tratta di circuiti integrati in uno strato gommoso di poliestere, che consentono di essere allungati, di piegarsi con facilità anche in presenza delle rughe. Sono appena visibili, quando sono immessi sulla pelle questi sono facili da nascondere agli altri.
I dispositivi sono in grado di rilevare i segnali elettrici connessi con le onde cerebrali, e di integrare le celle solari per l’alimentazione, poi ci sono le antenne che permettono di comunicare in modalità wireless o ricevere energia. Altri elementi di questo tipo,  possono essere aggiunti anche come sensori termici per monitorare la temperatura della pelle e fungere da rivelatori di luce per analizzare i livelli di ossigeno nel sangue.
Utilizzando i tatuaggi elettronici, Coleman e i suoi colleghi hanno trovato il modo di rilevare i segnali del cervello che riflettono stati mentali, quali il riconoscimento delle immagini familiari. Una applicazione che stiamo facendo adesso è il monitoraggio dei bambini prematuri, per rilevare l’insorgenza di crisi convulsive che possono portare a problemi di sviluppo del cervello o epilessia. I dispositivi sono stanno per essere introdotti nell’ambito della sanità digitale, per i dispositivi medici e prodotti industriali e della difesa. Questi saranno presto commercializzabili.
Questi dispositivi possono anche essere messi su altre parti del corpo, come la gola. Quando la gente pensa di parlare, i loro muscoli della gola possono muoversi, anche se non parlano, un fenomeno noto come subvocalizatione. Tatuaggi elettronici immessi sul collo potrebbe pertanto comportarsi come microfoni subvocali attraverso cui le persone possono comunicare in silenzio e senza fili.
“Abbiamo dimostrato che i nostri sensori sono in grado di ricevere i segnali elettrici dei movimenti muscolari alla gola in modo che le persone possono comunicare solo con il pensiero,” – dichiara Coleman. Tatuaggi elettronici posti sopra la gola potrebbe anche raccogliere i segnali che avrebbero aiuta gli smartphone con il riconoscimento vocale.