In questi giorni TG e giornali stanno diffondendo un’insolita notizia: Paul, un polpo di due anni dell’acquario di Oberhausen, sarebbe riuscito a prevedere in anticipo i risultati delle cinque partite disputate dalla Germania durante l’attuale mondiale di calcio. Il meccanismo dei pronostici è il seguente: prima di ogni partita della squadra tedesca, a Paul vengono sottoposte due scatole in plexiglas, ognuna contrassegnata dalla bandiera della nazionale in gioco e contenente un appetitoso mollusco. La scatola scelta da Paul indicherebbe la futura vincitrice. Caso o preveggenza? La probabilità di indovinare per cinque volte il risultato di una partita, tirando a caso, è una su 32, un esiguo 3%. Non solo: secondo la portavoce dell’acquario, Tanja Munzig, Paul avrebbe indovinato anche la maggior parte dei risultati della nazionale tedesca durante gli europei del 2008: cinque partite su sei (anche se la BBC riferisce che sarebbero “solo” quattro su sei), dimostrando capacità stupefacenti. Ma davvero un animale è in grado di prevedere il futuro?
Forse, più che dirci qualcosa sulle potenzialità predittive degli animali, la storia di questo insolito veggente potrebbe spiegarci qualcosa in più sui meccanismi di funzionamento della stampa. Una cosa che non viene messa molto in evidenza, almeno nei giornali italiani, è il fatto che Paul non è l’unico animale a fare pronostici calcistici: in alcuni zoo tedeschi ci sono altri “oracoli”, che danno i loro responsi scegliendo di mangiare mucchietti di erba o frutta contrassegnati dalle bandiere delle squadre in gioco. E’ il caso, ad esempio, dello zoo di Chemnitz, dove i profeti sono stati identificati in Petty, Anton e Leon, rispettivamente un ippopotamo diciannovenne, una scimmia del genere dei tamarini e un porcospino. A quanto riferisce il Daily Mail, però, tutti e tre avrebbero sbagliato qualche previsione, predicendo la vittoria della Germania sulla Serbia o la sconfitta contro il Ghana.
Insomma, indicare solo le previsioni azzeccate potrebbe essere fuorviante, perché è un po’ come se si volesse far pronosticare il risultato di una serie di lanci di moneta a un campione di un migliaio di persone, scartando ogni volta coloro che hanno sbagliato ad indicarne l’esito: dopo il primo lancio verranno in media eliminate cinquecento persone, dopo il secondo duecentocinquanta, eccetera. Dopo dieci lanci sarà rimasta con buona probabilità una persona che ha indovinato tutti i risultati. Ma sarebbe un errore dire che quella persona è dotata di poteri psichici: molto semplicemente la sua eccezionale serie di previsioni è un effetto naturale del nostro processo di selezione. E’ quindi possibile che un meccanismo simile (anche se su scala ridotta) sia entrato in gioco nell’identificare Paul come “animale veggente”, a discapito degli altri ospiti di zoo e acquari tedeschi.
Occorre però dire una cosa: le scelte di Paul potrebbero non essere del tutto casuali. Già, perché anche i polpi hanno i loro “colori preferiti”: contrariamente a quello che si è soliti pensare, infatti, la stupefacente capacità di questi cefalopodi di cambiare colore non è sfruttata solo per mimetizzarsi al meglio, ma anche come mezzo di comunicazione tra i vari individui; in pratica i polpi cambiano colore per segnalare agli altri il loro umore, secondo particolari codifiche che cambiano a seconda della specie. E’ quasi impossibile sapere fino a che punto questo fatto influisca sulle scelte di Paul, ma è una cosa che si dovrebbe avere in mente.Un’altra cosa da tenere in conto è che anche nella stampa entra in gioco il cosiddetto “effetto Barnum” (o convalida soggettiva), ovvero la nostra tendenza a privilegiare le previsioni avverate piuttosto che quelle non verificatesi. Alla vigilia della partita Germania-Argentina, ad esempio, la Munzig aveva dichiarato, a proposito dell’esitazione di Paul a scegliere il vincitore: “Il suo comportamento indica che la partita di sabato sarà molto combattuta e che potrebbe anche prolungarsi ai tempi supplementari e ai calci di rigore”. La cronaca ci dice invece che le cose non sono andate affatto così, con una Germania in netta superiorità sulla squadra avversaria e con un incredibile punteggio di 4 a 0. Le notizie comparse all’indomani della partita, però, tralasciavano totalmente questo fatto, per concentrarsi solo sul pronostico di vittoria. Le previsioni avverate, si sa, fanno più notizia di quelle non azzeccate.
Ma non c’è solo questo: un altro meccanismo che potrebbe spiegare il successo del polpo profeta è l’incredibile memoria di questi animali. L’intelligenza dei cefalopodi è ancora oggi un importante oggetto di studio e dibattito tra gli scienziati: pur avendo un sistema nervoso piuttosto diverso da quello dei vertebrati, i polpi hanno infatti molte capacità di apprendimento, comunicazione e manipolazione di oggetti, nonché una memoria a breve e a lungo termine comparabile con quella degli animali superiori. Ebbene, forse anche questo meccanismo potrebbe entrare in gioco nella storia di Paul. Il “veggente” infatti tende a scegliere prevalentemente la scatola contrassegnata con la bandiera tedesca; questo fatto, unito alle buone prestazioni della squadra tedesca in questo mondiale e nello scorso europeo, fa sì che spesso le sue previsioni si avverino.
Ma perché questa predilezione per la bandiera della Germania? Oltre ai meccanismi descritti in precedenza, si potrebbe trattare di un condizionamento, anche a livello inconscio, da parte dei suoi guardiani. Questo fatto, anche se potrebbe sembrare fantascienza, è meno raro di quanto si pensi. La storia infatti ci ha tramandato diversi casi di animali “sapienti” (i cavalli Clever Hans, Muhamed e Marocco sono forse i più famosi), che a prima vista sembravano in grado di fare calcoli complessi e rispondere correttamente alle domande più disparate, e che poi si sono scoperti invece reagire semplicemente ai segnali (più o meno consci) dei loro addestratori. Insomma, anche nel caso degli animali una vera previsione dovrebbe essere fatta in doppio cieco, in modo da escludere l’effetto delle aspettative umane.
Non saremo sicuramente noi, comunque, ad invocare controlli più stretti nell’acquario di Oberhausen: in fondo tutto questo rientra semplicemente in quel grande calderone di pronostici e innocue scaramanzie che costituiscono il folklore di ogni mondiale. Però pensateci se per caso, guidati dall’incredibile serie di successi dell’”infallibile” Paul, vi venisse la malaugurata idea di scommettere tutti i vostri soldi sulle prossime partite di calcio…
Forse, più che dirci qualcosa sulle potenzialità predittive degli animali, la storia di questo insolito veggente potrebbe spiegarci qualcosa in più sui meccanismi di funzionamento della stampa. Una cosa che non viene messa molto in evidenza, almeno nei giornali italiani, è il fatto che Paul non è l’unico animale a fare pronostici calcistici: in alcuni zoo tedeschi ci sono altri “oracoli”, che danno i loro responsi scegliendo di mangiare mucchietti di erba o frutta contrassegnati dalle bandiere delle squadre in gioco. E’ il caso, ad esempio, dello zoo di Chemnitz, dove i profeti sono stati identificati in Petty, Anton e Leon, rispettivamente un ippopotamo diciannovenne, una scimmia del genere dei tamarini e un porcospino. A quanto riferisce il Daily Mail, però, tutti e tre avrebbero sbagliato qualche previsione, predicendo la vittoria della Germania sulla Serbia o la sconfitta contro il Ghana.
Insomma, indicare solo le previsioni azzeccate potrebbe essere fuorviante, perché è un po’ come se si volesse far pronosticare il risultato di una serie di lanci di moneta a un campione di un migliaio di persone, scartando ogni volta coloro che hanno sbagliato ad indicarne l’esito: dopo il primo lancio verranno in media eliminate cinquecento persone, dopo il secondo duecentocinquanta, eccetera. Dopo dieci lanci sarà rimasta con buona probabilità una persona che ha indovinato tutti i risultati. Ma sarebbe un errore dire che quella persona è dotata di poteri psichici: molto semplicemente la sua eccezionale serie di previsioni è un effetto naturale del nostro processo di selezione. E’ quindi possibile che un meccanismo simile (anche se su scala ridotta) sia entrato in gioco nell’identificare Paul come “animale veggente”, a discapito degli altri ospiti di zoo e acquari tedeschi.
Occorre però dire una cosa: le scelte di Paul potrebbero non essere del tutto casuali. Già, perché anche i polpi hanno i loro “colori preferiti”: contrariamente a quello che si è soliti pensare, infatti, la stupefacente capacità di questi cefalopodi di cambiare colore non è sfruttata solo per mimetizzarsi al meglio, ma anche come mezzo di comunicazione tra i vari individui; in pratica i polpi cambiano colore per segnalare agli altri il loro umore, secondo particolari codifiche che cambiano a seconda della specie. E’ quasi impossibile sapere fino a che punto questo fatto influisca sulle scelte di Paul, ma è una cosa che si dovrebbe avere in mente.Un’altra cosa da tenere in conto è che anche nella stampa entra in gioco il cosiddetto “effetto Barnum” (o convalida soggettiva), ovvero la nostra tendenza a privilegiare le previsioni avverate piuttosto che quelle non verificatesi. Alla vigilia della partita Germania-Argentina, ad esempio, la Munzig aveva dichiarato, a proposito dell’esitazione di Paul a scegliere il vincitore: “Il suo comportamento indica che la partita di sabato sarà molto combattuta e che potrebbe anche prolungarsi ai tempi supplementari e ai calci di rigore”. La cronaca ci dice invece che le cose non sono andate affatto così, con una Germania in netta superiorità sulla squadra avversaria e con un incredibile punteggio di 4 a 0. Le notizie comparse all’indomani della partita, però, tralasciavano totalmente questo fatto, per concentrarsi solo sul pronostico di vittoria. Le previsioni avverate, si sa, fanno più notizia di quelle non azzeccate.
Ma non c’è solo questo: un altro meccanismo che potrebbe spiegare il successo del polpo profeta è l’incredibile memoria di questi animali. L’intelligenza dei cefalopodi è ancora oggi un importante oggetto di studio e dibattito tra gli scienziati: pur avendo un sistema nervoso piuttosto diverso da quello dei vertebrati, i polpi hanno infatti molte capacità di apprendimento, comunicazione e manipolazione di oggetti, nonché una memoria a breve e a lungo termine comparabile con quella degli animali superiori. Ebbene, forse anche questo meccanismo potrebbe entrare in gioco nella storia di Paul. Il “veggente” infatti tende a scegliere prevalentemente la scatola contrassegnata con la bandiera tedesca; questo fatto, unito alle buone prestazioni della squadra tedesca in questo mondiale e nello scorso europeo, fa sì che spesso le sue previsioni si avverino.
Ma perché questa predilezione per la bandiera della Germania? Oltre ai meccanismi descritti in precedenza, si potrebbe trattare di un condizionamento, anche a livello inconscio, da parte dei suoi guardiani. Questo fatto, anche se potrebbe sembrare fantascienza, è meno raro di quanto si pensi. La storia infatti ci ha tramandato diversi casi di animali “sapienti” (i cavalli Clever Hans, Muhamed e Marocco sono forse i più famosi), che a prima vista sembravano in grado di fare calcoli complessi e rispondere correttamente alle domande più disparate, e che poi si sono scoperti invece reagire semplicemente ai segnali (più o meno consci) dei loro addestratori. Insomma, anche nel caso degli animali una vera previsione dovrebbe essere fatta in doppio cieco, in modo da escludere l’effetto delle aspettative umane.
Non saremo sicuramente noi, comunque, ad invocare controlli più stretti nell’acquario di Oberhausen: in fondo tutto questo rientra semplicemente in quel grande calderone di pronostici e innocue scaramanzie che costituiscono il folklore di ogni mondiale. Però pensateci se per caso, guidati dall’incredibile serie di successi dell’”infallibile” Paul, vi venisse la malaugurata idea di scommettere tutti i vostri soldi sulle prossime partite di calcio…
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