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lunedì 13 ottobre 2014

DUE GIGANTESCHE PIRAMIDI FATTE DI CRISTALLO NEI FONDALI DEL TRIANGOLO DELLE BERMUDA


Il Triangolo delle Bermuda è uno dei luoghi più misteriosi, pericolosi e, talvolta, mortali di tutto il pianeta Terra. Per decenni, intrepidi esploratori hanno cercato di risolvere l’enigma che si cela dietro i misteriosi fenomeni generati in questa particolare zona del pianeta.
Lo stesso Cristoforo Colombo registra nei suoi diari strani fenomeni luminosi e malfunzionamenti della bussola. Si racconta di bizzarri eventi meteorologici, sparizioni di navi e di aerei e di altri accadimenti enigmatici che non possono essere liquidati come fenomeni naturali.
Alcuni ricercatori indipendenti, sono convinti che i misteriosi fenomeni del Triangolo delle Bermuda siano causati da una qualche tecnologia antica – o aliena – sommersa nelle profondità dell’Oceano Atlantico, un dispositivo ad altissima energia in grado di creare dei veri e propri portali spazio-temporali capaci di trasportare uomini e cose verso altri mondi e altre dimensioni.
Ora un team composto da esploratori americani e francesi ha confermato, in maniera indipendente, una scoperta incredibile che ai ricercatori è già nota dal 1968: una strutture gigantesca, una piramide di cristallo, forse più grande della Piramide di Cheope in Egitto, parzialmente trasparente, sembra poggiare sul fondo del Mar dei Caraibi e la sua origine, età e scopo sono del tutto sconosciute.
La lunghezza della base della piramide è di 300 metri per 200 e il vertice della piramide si innalza a circa 100 metri dalla base. Una struttura gigantesca, forse più grande della Grande Piramide di Cheope in Egitto.
Sulla cima della piramide ci sono due fori molto grandi, attraverso i quali l’acqua del mare si muoverebbe ad alta velocità generando dei vortici che influenzano fortemente anche la superficie del mare.
I ricercatori impegnati sul luogo ipotizzano che questo movimento vorticoso di acque possa avere qualche effetto sul passaggio di barche e aerei, generando quell’alone di mistero che circonda l’area.
Per quanto riguarda il materiale di composizione, dai risultati preliminari sembrerebbe che questa struttura sia fatta di vetro o di un simil-vetro (cristallo?), in quanto risulta completamente liscia e parzialmente traslucida. Comunque, per maggiori dettagli, i ricercatori rimandano ad uno studio più approfondito che offrirà risultati che al momento è difficile immaginare.

Una scoperta o una ri-scoperta?

In effetti, quella fatta dal team internazionale non è una scoperta ex-novo, ma una conferma di una scoperta avvenuta, quasi per caso, negli anni ’60. Secondo le cronache del tempo, la piramide fu individuata per la prima volta nel 1968 da un medico, Ray Brown, Arizona.
Brown si trovava in vacanza nei Caraibi a fare immersioni con i suoi amici al largo delle Bahamas, in una zona conosciuta come “La Lingua dell’Oceano”, a causa della bizzarra conformazione del fondale marino.
Nel bel mezzo di una immersione, il dott. Brown raccontò di essersi ritrovato solo e mentre tentava di raggiungere i suoi amici, guardando verso il basso, notò una massiccia struttura innalzarsi dal fondo dell’oceano: un oggetto lievemente illuminato dal sole e che sembrava avere la forma di una piramide. Siccome era a corto d’aria, non spese molto tempo a studiare l’oggetto, ma si diresse verso i suoi amici.
Successivamente, nell’estate del 1991, il famoso oceanografo dott. Verlag Meyer, durante una conferenza stampa a Freeport fece una dichiarazione alquanto misteriosa.
Meyer comunicò che durante una scansione con il sonar del fondale del famoso “Triangolo delle Bermuda”, il suo team trovo ben due piramidi gigantesche, più grandi delle Piramidi di Giza, ad una profondità di 600 metri.
Ma il fatto più sconcertante furono le dichiarazioni degli scienziati dell’epoca i quali, una volta osservati i dati e fatte le dovute considerazioni, affermarono che la tecnologia per produrre il materiale di costruzione delle piramidi era sconosciuta. Infatti, si trattava di un elemento simile al vetro di grosso spessore.
Quindi le ipotesi erano due: o le piramidi erano state costruite in tempi recenti – circa mezzo secolo fa – con un qualche materiale di ultima generazione, oppure, se si vogliono collocarle in un tempo più remoto, bisogna ipotizzare che non sia di origine umana.

Poche notizie, imprecise e frammentate

Certo che se la notizia dovesse essere confermata anche dai media “ufficiali”, non c’è dubbio che ci troviamo di fronte ad una scoperta sensazionale. Secondo ilsito che ha lanciato la notizia, in Florida si è tenuta una conferenza di approfondimento al quale hanno anche partecipato i giornalisti locali. Eppure, al momento, aleggia una sorta di alone di segretezza o di studiato disinteresse.
Sebbene la scoperta abbia sconvolto gli scienziati di tutto il mondo, pare che nessuno si stia affannando per organizzare una spedizione esplorativa di approfondimento.
La vicenda è molto simile a quella dell’UFO sul fondo del Baltico, nella quale gli scopritori del misterioso oggetto hanno dovuto penare non poco per trovare i fondi e organizzare una missione esplorativa privata.
La posizione ufficiale dell’archeologia classica sembra essere quella di un sarcastico scetticismo, teso a ridicolizzare la scoperta di queste amenità. Eppure non è la prima volta che si scoprirebbe una piramide sottomarina.
Basti pensare alle piramidi di Yonaguni, Giappone, scoperte nel 1987, quando alcuni subacquei si immersero nelle acque a sud dell’isola per studiare la grande popolazione di squali martello che si radunano nella zona.
Fu il giapponese Kihachiro Aratake, nel corso di queste immersioni, che scoprì per caso quella che gli sembrò una struttura architettonica, una parte della quale è stretta tra due pilastri che si innalzano a otto metri dalla superficie. Nel suo insieme, le strutture rinvenute richiamano le piramidi egiziane.
Da allora molti sono gli scienziati che hanno studiato il fenomeno, malgrado la presenza di forti correnti oceaniche, che rendono proibitive le immersioni. I fondali marini contengono quelle che sembrano essere le rovine di una civiltà formatasi alla fine dell’era glaciale. Sono state rinvenute tracce di flora, fauna e stalattiti che si formano abitualmente solo in superficie.
La loro somiglianza con altri reperti del mondo antico ha portato qualcuno a teorizzare che potrebbero essere i resti di un’antica civiltà risalente a 10.000 anni fa. Altre analisi indicano che l’origine della struttura, che misura 120 m in lunghezza, 40 m in ampiezza e 20–25 m in altezza, possa risalire ad 8.000 anni fa.
Bisogna anche ricordare la piramide sommerse del lago Fuxian, in Cina, scoperta nel 2006 da Geng Wei, capo del dipartimento di ricerca di monumenti sottomarini del lago Fuxian a Yuxi e che già aveva scoperto una serie di edifici in questo lago: “Questa piramide è diversa da quelle che si trovano in Egitto dal momento che la sua sommità è piatta.
Questo genere di piramide piuttosto ricorda maggiormente gli edifici maya che hanno uno sorta di piattaforma anziche’ una punta”, affermo Wei al momento della scoperta.
Chiaramente, se la notizia della scoperta della piramide sul fondo del Triangolo delle Bermuda venisse ufficializzata, le conseguenze sarebbero enormi. Gli archeologi si troverebbero costretti a trovare una spiegazione logico-razionale alla presenza di una piramide di cristallo sul fondo del Mar dei Caraibi.
“Che diavolo ci fa una piramide in quel posto? Lì non ci dovrebbe essere nessuna piramide, anzi, non c’è nessuna piramide!”. Ovviamente, il passo successivo sarebbe quello di dover affrontare uno dei temi più scomodi per l’archeologia ufficiale: l’esistenza di Atlantide.
La Piramide dei Caraibi potrebbe essere la prova dell’esistenza di un antico continente sprofondato nell’oceano a seguito di un cataclisma di proporzioni globali?
E il fatto che ci sia una piramide, struttura presente in ogni sito archeologico del pianeta, potrebbe indicare che in passato, in un’era pre-cataclisma, esisteva una civiltà globale umana evoluta, andata poi perduta a causa di una qualche distruzione globale? Queste domande fanno venire il mal di testa agli archeologi classici.

E’ la piramide di cristallo a causare i fenomeni nel Triangolo?

Alcuni ricercatori hanno ipotizzato per anni che sul fondo del Triangolo delle Bermuda vi fosse una fonte di energia capace di interferire con le radiotrasmittenti e i radar.
Se la leggendaria Atlantide esisteva davvero, questa piramide potrebbe essere ciò che rimane di una potente macchina capace di produrre energia e che si trova ancora lì, intatta sul fondo dell’Oceano.
Tale macchina, essendo di forma piramidale, potrebbe essere il modello storico originale al quale le culture successive si sono ispirate più tardi in tutto il mondo.
La piramide è una costruzione scoperta in ogni angolo della Terra: Nord, Centro e Sud America, Est Europeo, Medioriente, Siberia, Cina settentrionale e centrale.
Qualcuno ipotizza che ce ne sia una anche sotto i ghiacci del Polo Sud, ma lo spessore del ghiaccio – oltre 1 chilometro – non permette nè conferme, nè smentite. Si può affermare che le piramidi planetarie sono l’indizio più evidente dell’esistenza dell’antico continente di Atlantide.
Sull’annoso problema dell’effettiva esistenza di Atlantide, Rich Hoffman, esploratore e ricercatore, consiglia di spolverare la storia dell’archeologo dilettante Heinrich Schliemann, l’uomo che trovò e scavò le famose rovine della città di Troia, nonostante gli storici pensavano fosse solo una leggenda.
I ricercatori affermano che questa incredibile macchina energetica potrebbe essere in grano di attrarre e raccogliere i raggi cosmici dal cosiddetto “campo di energia” o “vuoto quantistico”, e che potrebbe essere stata utilizzata come centrale energetica per la civiltà atlantidea (umani in pieno regola, solo più antichi di quanto crediamo!).

Un reperto archeologico della mitica Atlantide?

Forse la Piramide dei Caraibi non fa parte direttamente del centro di Atlantide, ma di una sua succursale decentrata. Il dott. Maxine Asher, direttore del Research Association Mediterraneo Antico a Los Angeles, in un intervista di qualche anni fa dichiarò di essere “convinto che Atlantide era una super-civiltà globale che esisteva tra il 10500 e il 10000 a.C. e che sia stata sopraffatta da una catastrofe globale, forse quella registrata nella Bibbia e conosciuta come il Diluvio Universale di Noè.
Se Atlantide è esistita, dunque, probabilmente è da collocarsi alla fine dell’ultima era glaciale. La storia del suo affondamento si riferisce a massicce inondazioni dovute ad un brusco innalzamento delle acque, innescato da uno scioglimento improvviso delle calotte polari.
Le ricerche dimostrano che il livello del mare si è innalzato di quasi 400 metri e nessuna tecnologia avanzata avrebbe potuto salvare Atlantide da un simile disastro.
Da questo punto di vista, il mistero delle Piramidi sul fondo del mare è risolto. Stiamo semplicemente prendendo atto dei risultati di un evento catastrofico che ha colpito la Terra migliaia di anni fa, generando un rialzamento del livello del mare che ha spazzato via molte civiltà. Gli abissi degli oceani restano la grande frontiera sconosciuta dell’esplorazione umana.
Ci troviamo in un momento storico nel quale la scienza conosce più la superficie della Luna che non le profondità degli Oceani, e forse esplorare le profondità dell’Oceano ci aiuterà ad esplorare meglio le profondità del grande mistero dell’Uomo.

da: http://www.attivo.tv/notizie/item/169-due-gigantesche-piramidi-fatte-di-cristallo-nei-fondali-del-triangolo-delle-bermuda.html#

domenica 5 ottobre 2014

Telepatia come negli ”X Men”? Esperimento di neuroscienziati sulla comunicazione tra cervelli

È possibile una comunicazione “cerebrale” diretta tra due individui molto distanti tra loro e impossibilitati a osservarsi l’un l’altro?

Una recente scoperta scientifica ci dice: sì, tutto questo è già possibile oggi.
Anzi, questo tipo di comunicazione non è una semplice comunicazione "tra cervelli", ma è una comunicazione tra menti coscienti: si può affermare dunque che è possibile comunicare “mentalmente”.
Alvaro Pascual-Leone docente di neurologia ad Harvard ha diretto l’equipe scientifica che ha condotto questa ricerca formata da psicologi, neurologi e ingegneri, alla quale ha partecipato il nostro Giulio Ruffini, fisico che si occupa di robotica e sviluppo di tecnologie per le neuroscienze. I risultati dello studio sono stati pubblicati dopo un processo di revisione e validazione il 19 Agosto 2014 su “PLoS ONE” (Public Library of Science).
 Probabilmente non si tratta di vera e propria telepatia, poichè qui non vi è nulla di "paranormale", si tratta bensì della capacità umana di emettere, inviare e riconoscere, segnali che vanno molto al di là delle attitudini sino ad oggi attribuite al nostro cervello.
Il prof. Pascual-Leone, infatti, ha affermato: «Crediamo che questi esperimenti rappresentino un importante primo passo per esplorare la fattibilità di integrare o bypassare la comunicazione tradizionale basata sul linguaggio o sul non verbale».
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Questo studio segue altri recenti esperimenti sulle interfacce uomo-uomo attraverso il cervello. Nel 2013 i ricercatori dell’Università di Washington riuscirono a far muovere il dito di un soggetto grazie alla stimolazione prodotta dal cervello di un altro individuo, posto a distanza dal primo. La prima comunicazione diretta tra due cervelli però fu dimostrata su una coppia di ratti dall’equipe del prof. Lebedev della Duke University, il quale ha collaborato anche a questo ultimo studio.

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L'’importanza della ricerca attuale e la sua innovatività risiedono, invece, nel fatto che per la prima volta si sono messe in comunicazione diretta due menti umane utilizzando interfacce non invasive.
Inoltre i soggetti umani coinvolti nello studio eranocoscienti e quindi consapevoli delle proprie intenzioni, comunicate attraverso l’elaborazione di “pensieri” che essi inviavano coscientemente l’uno all’altro.
Le parole “ciao” e “hola” sono state “pensate” da un soggetto in India e ricevute e comprese dall’altro soggetto in Francia.
Questo è stato possibile attraverso una sofisticata strumentazione che ha consentito di decriptare il pensiero umano servendosi di elettroencefalogramma (EEG) e stimolazione magnetica transcranica (TMS) mediate da computer collegati in rete. Emittente e ricevente umani non hanno avvertito in alcun la presenza dell’interfaccia elettronica, ma sono stati semplicemente in grado di far parlare le loro “menti”.

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Chissà cosa avrebbe detto Carl Gustav Jung che studiò da scienziato ma con le conoscenze della sua epoca fenomeni “non causali” come appunto la telepatia o alcune particolari coincidenze che chiamo “sincronicità”. Egli, infatti, collaborò con il premio Nobel per la fisica e padre della meccanica quantistica, l’austriaco Wolfgang Pauli, con il quale nel 1952 pubblicò il lavoro “sincronicità come principio di nessi tra eventi acausali”. La psicologia analitica junghiana ha da sempre cercato di fornire una spiegazione scientifica a questi avvenimenti o comunque di interpretarli come manifestazioni psichiche, senza mai dunque abbracciare ipotesi metafisiche.
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In un futuro non remoto, sarà in conclusione possibile immaginare realisticamente che potremo contare su una nuova e più diretta forma di comunicazione tra individui e che i messaggi cervello-cervello potranno divenire molto comuni e anche a più basso costo. Tutto ciò, come ricordano anche gli autori della ricerca, avrà evidenti ricadute anche sociali e dovrebbe in ogni caso accompagnarsi a riflessioni di natura etica oltre che a un adeguamento della legislazione in materia di comunicazione a scenari probabilmente non più così lontani.
Fonti:

mercoledì 28 maggio 2014

DERINKUYU, L’ANTICA CITTÀ SOTTERRANEA COSTRUITA DAGLI ANTICHI ASTRONAUTI?





Da secoli si raccontano storie di grotte e tunnel nelle profondità della terra, passaggi sotterranei che conducono a regni di demoni e mostri. È possibile che queste leggende nascondano una sorprendente verità? Forse ci sono davvero luoghi misteriosi e inspiegabili sotto i nostri piedi, luoghi le cui origini potrebbero non essere di questo mondo.
Derinkuyu
La Cappadocia, nella Turchia orientale, è delimitata al nord dal Mar Nero e a sud dalla catena montuosa del Tauro.
Nel 1963, una semplice ristrutturazione nella città di Derinkuyu porta ad una scoperta straordinaria.
L’apertura della parete di una grotta, rivela un passaggio verso una città sotterranea, antica di migliaia di anni, ad oltre 85 metri di profondità.
Ci sono tredici piani che scendono sottoterra, con pozzi di ventilazione e circa quindicimila bocchette che portano l’aria anche ai livelli più profondi.
Per quanto incredibile, le camere rocciose scoperte potevano contenere circa 20 mila  persone tra uomini, donne e bambini. Ci sono perfino tracce di centri religiosi, magazzini, torchi per il vino e stalle per il bestiame.

Nei livelli sotterranei sono stati trovati sale da pranzo, cucine annerite dalla fuliggine, cantine, botteghe di alimentari, una scuola, numerose saloni e anche un bar.
La città ha beneficiato della presenza di un fiume sotterraneo e pozzi d’acqua. Era una piccola città completamente autosufficiente, che ancora oggi stupisce studiosi e ingegneri.
La costruzione di una città come Derinkuyu sarebbe stata un’impresa per chiunque, anche in tempi moderni e con attrezzature moderne. Pensare che un’opera del genere sia stata realizzata in un’epoca così remota è semplicemte stupefacente, paragonabile solo alle piramidi d’Egitto.
A Derinkuiu, a causa della morbidezza della pietra, bisognava stare molto attenti a fornire abbastanza supporto ai piani superiori con i pilastri, altrimenti ci sarebbero stati crolli catastrofici.
Invece, è sorprendente l’assenza di qualsiasi traccia di collasso grave, quindi dobbiamo supporre che dovessero essere particolarmente abili e conoscessero molto bene il materiale roccioso.

Parliamo di popoli antichissimi, ed è difficile immaginare come possano aver fatto a realizzare un’opera del genere. Forse furono aiutati da qualche altra civiltà?
Ma chi ha costruito questa enorme città sotterranea? E quale motivazione misteriosa li ha spinti a vivere sottoterra? Perchè qualcuno vorrebbe vivere nella profondità di queste strane caverne?
Secondo molti archeologi e studiosi, è probabile che Derinkuyu servisse come rifugio temporaneo durante le invasioni e che sia stata costruita intorno all’800 a.C. dai Frigi, un popolo dell’Età del Bronzo imparentato con i Troiani.
Altri credono che sia stata costruita dagli Ittiti, popolo guerriero menzionato nella Bibbia e che aveva prosperato centinaia di anni prima. Ma è possibile che la città sotterranea sia ancora più antica? Secondo i teorici degli “Antichi Astronauti” lo è, e forse di varie migliaia di anni.

Zoroastro

La Cappadocia faceva parte dell’impero di Zoroastro, di origine persiana, con una delle più antiche tradizioni religiose dell’umanità.
Si ritiene che la religione di Zoroastro, una fede antica basata sulle forze opposte del bene e del male, abbia fortemente influenzato sia l’Induismo che il Giudaismo e il Cristianesimo.
Fondata intorno al VI secolo a.C., il suo dio principale è il creatoreAhura Mazdā. Nel secondo capitolo del testo sacro zorastriano “Avestā”, Ahura Mazdā salva l’intero genere umano da un distrato ambientale globale, un pò come la storia di Noè nella Bibbia ebraica.
Il grande profeta Yima fu incaricato dal creatore di costruire il palazzo “Vara di Yima” al fine di proteggere tutte le creature dall’imminente disastro. Secondo i teorici degli Antichi Astronauti, questo palazzo sarebbe da identificare con l’opera realizzata a Derinkuyu.
Come raccontano i testi sacri, Yima costruì una città sotterranea a più piani per proteggere un gruppo scelto di persone e animali non dall’alluvione, ma da un’era glaciale globale.
Nella “Vendidad” viene denominato come il “malvagio inverno”. Secondo molti climatologi classici, l’ultima era glaciale si è verificata circa 18 mila anni fa, terminando intorno al 10 mila a.C. È possibile che Derinkuyu sia stata costruita come rifugio da un devastante inverno globale?
Non potendo datare la pietra al carbonio, chiunque può fare ipotesi su quanto sia antica Derinkuyu. Ma se Derinkuyu dovesse essere la città sotterranea che Ahura Mazdā ha ordinato di costruire, forse c’è un sorprendente nucleo storico dietro la leggenda. Se è così, chi o cosa era il dio Ahura Mazdā?

Dai testi sacri zoroastriani, Ahura Mazdā sembra essere il responsabile della gestione di tutto quello che succede sulla Terra.
Lo si può leggere in vari modi: potrebbe rappresentare una sorta di forma di coscienza universale che sovraintende alla vita dell’universo e dell’umanità, oppure, molto più concretamente, potrebbe rappresentare un’intelligenza extraterrestre che vigila sul pianeta.
Quasi tutti i testi sacri antichi parlano della conoscenza data al genere umano da “divinità” discese dal cielo. È possibile che Ahura Mazdā sia stato un essere intelligente proveniente da un altro mondo e che sia stato riconosciuto come un dio dalle antiche popolazioni terrestri? E se sì, ha fornito la tecnologia necessaria ai suoi seguaci per costruire questo complesso labirinto di protezione contro un disastro ambientale?
Ma ci potrebbe essere un’altra inquietante ragione dietro la costruzione di Derinkuyu. Secondo alcuni studiosi, un indizio sarebbe l’insolito sistema di sicurezza della città sotterranea, realizzato con porte da 500 chili posizionate su rotelle e che possono essere spostate da una sola persona.
Queste porte sono state realizzate con grande ingegno. In pratica, si possono aprire facendo leva solo dall’interno. Ciò lascia supporre che chiunque abitasse a Derinkuyu si nascondesse da qualcosa o da qualcuno.
Secondo i testi antichi zoroastriani, Ahura Mazdā si alza in cielo in un carro divino e muove guerra contro il suo eterno nemico Angra Mainyu, il demone della distruzione. È possibile che si tratti, come sostengono molti teorici degli Antichi Astronauti, della raffigurazione di due forze extraterrestri che si scontrano per il controllo della Terra e delle sue risorse?

Solo delle intelligenze evolute avrebbero potuto avere la capacità di alzarsi in volo con dei veicoli aerei (carri divini). Queste entità erano in possesso di quel genere di macchine di cui si legge in ogni cultura antica del mondo! Basti pensare alle “Vimana” della tradizione Indù o al “Carro di Fuoco” nella Bibbia ebraica che rapisce il profeta Elia portandolo in cielo.
Se prendiamo in considerazione la tradizione zoroastriana, ci sono chiari accenni ad una sorta di battaglia aerea tra fazioni in guerra. Perciò, è molto probabile che le grotte di Derinkuyu siano state usate come riparo contro i bombardamenti aerei degli extraterrestri che si combattevano tra loro.
Se un veicolo aereo sorvola Derinkuyu ad alta velocità, non potrà mai vedere le bocchette di areazione della città sotterranea. Derinkuyu è il rifugio antiaereo per eccellenza!

sabato 7 dicembre 2013

Misteriosa creatura aliena sottomarina avvistata nel porto di Bristol da decine di persone

Decine di persone la sera del 4 Dicembre 2013 hanno visto una misteriosa creatura autoluminescente che galleggiava nelle acque del porto di Bristol in Inghilterra e gli stessi testimoni si sono messi a registrare con i telefonini la spettacolare scena di questa misteriosa presenza. La creatura, cosi è stata definita, sembrava lampeggiare in una varietà di colori, galleggiando vicino alla superficie dell’acqua. I vari video dello strano oggetto marino sono stati pubblicati su Youtube, Twitter e altri social network e le immagini stanno facendo il giro del mondo. I biologi marini ammettono di essere sconcertati davanti alle immagini che appunto mostrano una misteriosa creatura galleggiare indisturbata nelle acque del porto inglese di Bristol, ma sostengono che potrebbe trattarsi di una medusa che è finita fuori rotta per via del maltempo. Il Dr Steve Simpson, della Facoltà di Scienze Biologiche presso l’Università di Bristol, ha dichiarato: “E ‘molto interessante, io non so davvero di cosa si possa trattare.”
This bizarre sight greeted people walking along Bristol harbourside - described by some as an 'alien-like creature' floating underwater
Certamente le immagini sono spettacolare e interessanti, anche perchè non si è mai vista una creatura autoluminescente, che sprigiona una luce intensa, a volta opaca e con una varietà di colori bellissimi. Poi ad un tratto questa creatura o oggetto sottomarino, si spegne e scompare nel nulla. Ci troaviamo davanti ad un USOUnidentified submerged objects, ovvero ad un oggetto sottomarino non identificato, oppure si tratta di una specie di creatura marina ancora non scoperta dai biologi marini e quindi dalla scienza ufficiale? Guardate il  filmato!


sabato 7 settembre 2013

Scienziato russo fotografa l’anima nel momento in cui lascia il corpo dopo la morte: le immagini

L’esatto momento in cui l’anima lascia il corpo sembra essere stato catturato dallo scienziato russoKonstantin Korotkov, direttore del Research Institute of Physical Culture di San Pietroburgo, che avrebbe fotografato una persona con un dispositivo bioelettrografico nel momento esatto in cui è deceduta.
Korotkov ha scattato la foto con la tecnica Kirlian: il metodo, adottato dal Ministero della Salute russo ed utilizzato da oltre 300 medici in tutto il mondo come forma di monitoraggio per malattie come il cancro, è stato perfezionato da Korotkov con tecnica GDV (Gas Discharge Visualization) che ha poi applicato su una persona in punto di morte. L’alone azzurro nell’immagine a sinistra rappresenta il momento in cui, secondo lo scienziato, l’anima sta abbandonando il corpo che, una volta spirato il soggetto, diviene rosso.
Secondo Korotkov, l’ombelico e la testa sono le parti che per prime perdono la loro forza (cioè l’anima) mentre l’inguine ed il cuore sono le aree che vengono abbandonate per ultime.
Lo scienziato ha affermato che le immagini da lui ottenute dimostrerebbero che l’anima ritorna più volte nel corpo, specie in caso di morte violenta o improvvisa, come se manifestasse uno stato confusionale e ritornasse nel corpo nei giorni seguenti alla morte: lo scienziato ascrive il fenomeno ad energia non utilizzata che è contenuta nell’anima. Per Korotkov più la morte è improvvisa e non naturale, più l’anima, rappresentata dalle onde elettromagnetiche fosforescenti, resta a lungo vicino al corpo, quasi stentasse ad accettare l’improvvisa separazione.
Per Korotkov, la tecnica potrebbe essere utilizzata per monitorare tutti i tipi di squilibri biofisici, per le diagnosi in tempo reale ed anche per svelare se una persona possiede poteri psichici o meno.
venerdì 6 settembre 2013, 21:19 di 

mercoledì 7 agosto 2013

Fotografata la morte: una luce pervade il corpo

Quando si muore una luce s’irradia al momento dell’ultimo respiro

Dall’Institute of Health Ageing dell’Università di Londra arriva una notizia che ha dell’incredibile:  il momento della morte umana viene segnato da una “fluorescenza”. Lo studio, condotto dal professor David Gems, ha avuto come soggetto i vermi ma, afferma egli stesso, i meccanismi coinvolti sono simili a quelli dei mammiferi: il verme potrebbe  fornire un modello utile per comprendere la morte cellulare nelle persone. Il professore ha analizzato al microscopio come questa fluorescenza parta dall’intestino e si propaghi per tutto il corpo, fino alla morte: causa dell’onda la segnalazione del calcio nell’organismo.
Si era attribuita questa fluorescenza ad una sostanza chiamata lipofuscina, che emette una luce bluastra e si accumula negli organismi con l’avanzare dell’età, ma lo studio ha fatto emergere un’altra molecola, l’acido antranilico, che risulta essere implicato in questa fluorescenza.
In conclusione, il professor Gems afferma: “I risultati mettono in dubbio che l’invecchiamento è una semplice conseguenza di un accumulo del danno molecolare. Adesso bisogna concentrarsi sugli eventi biologici che si verificano durante l’invecchiamento e la morte per comprendere correttamente come potremo essere in grado di interromperli”

giovedì 25 luglio 2013

Buddhist Monk Who Died in 1927 is ALIVE


Moscow, Russia — “Exhumation of the body of Hambo Lama Itigelov took place September 10 th, 2002 on the territory of cemetery near the city of Ulan Ude (Russian Federation). He died and was buried in 1927 and the exhumation was performed in presence of relatives, officials, and specialists”.
This was the information that appeared in Russian mass media regarding Buryat Lama who was exhumed from the grave in the beginning of the 21 st century. The grave contained a wooden box and there was a sitting Buddhist lama in ‘lotus’ pose. His body was preserved as if it was mummified, however it was not. Soft muscles and skin, folding joints. The body was covered with silk clothes and fabric.


Hambo Lama Itigelov is a real person quite well known in Russian history. He studied in Anninsky Datsan (Buddhist university in Buryatia, nowadays there are ruins only) and obtained degrees in medicine and philosophy (on the nature of emptiness), he created an encyclopedia of pharmacology.
In 1911 Itigelov became a Hambo Lama (the head of Buddhist church in Russia). During the period from 1913 till 1917 he participated in social actions of the Tsar, being invited to 300-year anniversary of Romanov’s house, opened the first Buddhist temple in St. Petersburg, and Nikolai II gave him St. Stanislav award on 19 th of March, 1917.
During the First World War Itigelov created and inspired the organization called “Buryat brothers”. He was helping the army with money, meals, clothes, medicaments, he also built a set of hospitals with lama doctors helping wounded soldiers. For that he got St. Anna award and others.
In 1926 Itigelov advised the Buddhist monks to leave Russia, since ‘the red teaching was coming’ (Itigelov himself never left Russia). In 1927, being 75, he told lamas to begin meditation, since he said he was preparing to die. Lamas did not want to perform this meditation because Itigelov was still alive. Thus, Itigelov began to meditate by himself, lamas joined him and soon he died.
Ititgelov left a testament where he asked to bury him as he was, sitting in lotus pose in the cedar box on traditional cemetery. It was done. There was also a statement, where he asked other monks to exhume him after several years. (This is the exciting point – this means he knew that his body would be preserved).
This was done in 1955 and in 1973 by Buddhist monks but they were scared to tell everybody about this, since communist regime did not leave any space for religion in society. Only in 2002 the body was finally exhumed and transferred to Ivolginsky Datsan (a residence of today’s Hambo Lama) where it was closely examined by monks and, which is now more important, by scientists and pathologists.
The official statement was issued about the body – very well preserved, without any signs of decay, whole muscles and inner tissue, soft joints and skin. The interesting thing is that the body was never embalmed or mummified.
Two years passed. Itigelov’s body is now kept open air, in contact with other people, without any temperature or humidity regimes. How Itigelov keeps this condition, nobody knows.
While similar stories exist throughout the world, this is the ONLY WELL-DOCUMENTED and CONFIRMED CASE OF IMPERISHABLE BODY throughout the whole world. Embalming and mummifying is well known among different nations and peoples – Chili (Chinchora), Egypt mummies, Christian Saints, communist leaders and others. Some bodies were found in permafrost, however when they contacted with oxygen atmosphere they perished within several hours.
However, there are descriptions of such things in Buddhist texts, but there are no confirmed examples. Well, now there is.
For two years after the exhumation of Itigilov’s body it does not perish nor decay, no fungus, no negative things happen to it. Itigelov said before he died that he left a message to all peoples on Earth. This message contains no words. Now it is our turn to understand it.

martedì 9 luglio 2013

Verso un Futuro Post-Umano?

 Le formidabili scoperte compiute dalla ricerca sul cervello e la mente stanno sconvolgendo a tal punto la nostra visione del mondo da rivoluzionare le nostre concezioni millenarie e le tradizionali e consolidate questioni metafisiche, a cominciare dalla riconsiderazione di chi siamo, da dove proveniamo e soprattutto dove stiamo andando. Intravediamo possibilità inattese : le neuroscienze si avviano a plasmare il futuro del cervello, il futuro delle persone e il futuro della società in cui viviamo.
   Attualmente, le neuroscienze promettono di “rivelare” le nostre più intime predisposizioni e  prevedere in tal modo il nostro futuro. Tra gli obiettivi primari, quello di “manipolare” la mente umana. Evento che prospetta innovazioni sbalorditive e solleva forti e complessi dilemmi etici, medici, sociali e giuridici. Stiamo muovendo inesorabilmente verso un “mondo nuovo”, il paradiso psicotropico immaginato da A. Huxley. Con prospettive e pericoli finora impensabili. Le fantastiche esplorazioni del brain imaging, cioè della visualizzazione del cervello in tempo reale, l’impiego di cellule staminali umane per la “clonazione terapeutica”, l’individuazione di geni per particolari caratteri, le sostanze chimiche “non letali” per il controllo delle folle, la stimolazione magnetica transcraniale presentano rivolgimenti inimmaginabili.
 Alcune potenti tecniche per la modulazione del cervello e della mente sono già consolidate, come concorda il neuroscienziato Steven Rose. In realtà, i tentativi di accrescere le prestazioni umane hanno origini antiche. Pozioni magiche per produrre immortalità, forza e sapienza figurano nei miti di molte culture. Per giungere agli odierni personaggi dei cartoni animati di Asterix e Obelix, e agli scaffali degli “health food storse” negli Stati Uniti, che traboccano di pillole- le “droghe intelligenti”-, le quali promettono di migliorare l’intelligenza, la memoria e l’apprendimento anche in tarda età, nonché di prevenire il declino e il deterioramento della vecchiezza. Si è così registrata una vera e propria epidemia di assunzione di farmaci, fatto che ha comportato chiari fenomeni di abuso, con la prescrizione di psicofarmaci persino a bambini di appena due anni. 
Stiamo costruendo una “società psicocivilizzata” capace di produrre nuovi e sempre più sofisticati stimolanti dell’umore e pillole della “felicità”, con la prospettiva per l’individuo di trascorrere la sua vita “vagando” in uno stato mentale di “appagamento” indotto- precisa Rose- dalle “droghe terapeutiche”. Lo sviluppo delle nuove tecnologie è vasto e stupefacente, e sembra far parte del regno della fantascienza: Alla ricerca di una pillola intelligente; stimolanti cerebrali; domare lo stress; macchine per leggere la mente; i geni della mente; la ricerca della felicità; figli migliori; corpi senza età; anime felici.
Alcuni neuroscienziati sostengono che è possibile “identificare” veloci micromovimenti dei muscoli facciali e “distinguere” tra emozioni “autentiche” e “simulate”. Le teorie sulla capacità dell’uomo di mantenere privati e inaccessibili i propri pensieri e le proprie emozioni sembrano così definitivamente tramontate. Con i metodi di neuroimaging sarebbe in tal modo possibile “leggere” le emozioni presenti, ma anche prevedere il successivo comportamento. Siamo in grado di trovare la zona del cervello che si illumina quando una persona pensa a Dio, medita sul sublime o si dichiara innamorato. Essi poi sarebbero in condizione di “rivelare” il pregiudizio razziale o se una persona sta intenzionalmente mentendo, o di “distinguere” i ricordi “falsi” da quelli “veri”. Imprese automobilistiche come la Ford e la Chrysler e aziende commerciali soprattutto negli Stati Uniti hanno iniziato a utilizzare le nuove tecniche di brain imaging per vagliare l’impatto dei loro prodotti e attirare meglio i consumatori. Ricercatori di questa nuova strategia chiamataneuromarketing o neuroeconomia stanno indagando i processi dei neuroni coinvolti nella scelta tra Coca-Cola e Pepsi-Cola.
Anche le autorità militari negli USA si sono interessate alla possibilità di mettere a punto tecnologie per leggere la mente e controllare il pensiero. Attualmente almeno negli Stati Uniti sono ammessi in tribunale alcuni metodi di brain imaging , con lo scopo di determinare la verità circa un crimine o un’azione di violenza mediante l’individuazione delle informazioni immagazzinate nel cervello. Il riconoscimento del crimine sembrerebbe costruito nelle onde cerebrali. Naturalmente, una reazione negativa- la mancata risposta all’ immagine potrebbe essere interpretata come una prova d’ innocenza.
L’evidenza basata sulla tecnica di neuroimaging giocò una parte notevole nel processo che portò al rovesciamento di una condanna per omicidio in un tribunale dell’Iowa nel 2001. Questo metodo denominato “ il test dell’impronta cerebrale” si propone di fornire le prove in base a cui giudicare un’azione colpevole o innocente. E’ stata inoltre ventilata la possibilità anche di “prevedere” il comportamento futuro e di “identificare” gli assassini violenti- psicopatici- prima che essi abbiano ucciso qualcuno, rivelando anomalie nei loro cervelli.
Le grandi speranze su cui oggi investono i neuroscienziati è che i metodi di visualizzazione del cervello possano rivelare trasgressioni passate o perfino prevedere future inclinazioni in un bambino o in un adulto. Oggi è certamente già possibile identificare geni che predispongono a malattie neurologiche e psichiatriche, nonché offrire test di diagnosi prenatale. Nel sofisticato mondo neuroscientifico odierno esiste un insieme altamente variegato di sostanza psicochimiche potenziali, progettate su misura in base al gusto e al corredo genetico di ciascun individuo. Si tratta di un universale dispensatore bello e fatto di “felicità” qui e ora. Nancy Andrease, una delle più autorevoli neuroscienziate americane, indica la scoperta di “una penicillina per l’insanità mentale” come l’obiettivo della medicina del XXI secolo. Altri autori prospettano l’avvento di un salvatore, un salvatore che porta il nome di farmacogenetica (Barondes), la creazione di un farmaco adatto alla situazione dell’individuo, dopo che gli è stato identificato lo specifico insieme di geni che lo predispone a quella determinata condizione patologica.
Qualsiasi sviluppo futuro nel controllare e manipolare il cervello e la mente, ovvero i pensieri, le emozioni e il comportamento proverrà in gran parte dalle formidabili tecniche di brain imaging edalle sostanze chimiche. E’ questa realtà a condurre alle speculazioni che parlano di una “riprogettazione” degli esseri umani (Stock), alla creazione di una nuova specie “geneticamente ricca” (Silver), o sull’arrivo imminente di un “futuro post-umano” (Fukuyama). In risposta a queste inquietanti , drammatiche prospettive è nata una nuova disciplina chiamata “neuroetica”.

lunedì 8 luglio 2013

Area 51, cade la censura e arriva la notizia bomba del secolo



Tutto quello che ci hanno sempre nascosto sarà svelato prossimamente dalla troupe televisiva di Peter Yost che ha avuto accesso alla base segreta americana e promette si svelarci cose incredibili. Ufo? Alieni? Entro la primavera la risposta.
Volete una notizia bomba da far accapponare la pelle? Bene, sedetevi e tenetevi forte: per la prima volta nella storia, un’equipe televisiva è riuscita ad avere tutte le autorizzazioni necessarie per accedere all’interno di tutti gli uffici, laboratori e dipartimenti ubicati all’interno della base aerea Nellis (Nellis Air Force Base) meglio nota come Area 51. Si tratta di una vasta zona militare super-segreta controllata dalle forze armate statunitensi, che si estende per circa 26 mila kmall’interno del territorio desertico di Groom Lake, detto anche Dreamland (la terra del sogno), nel sud dello Stato del Nevada. La base ha livelli di sicurezza da film di fantascienza, con sensori di movimento, telecamere, controlli satellitari, uomini armati, missili superficie-aria, disseminati un po ovunque lungo il suo perimetro, per impedire l’accesso del personale estraneo e il sorvolo dello spazio aereo da parte di aeromobili non autorizzati. Proprio per questi standard così rigidi, la base aerea Nellis non compare sulle cartine geografiche. Ma cosa accade all’interno dell’area 51 da richiedere una così grande discrezione, inducendo, in passato, il governo americano a sconfessarne addirittura l’esistenza?
Ufficiosamente, il sito è adibito alla progettazione, sviluppo e sperimentazione di nuove apparecchiature, per lo più velivoli tecnologicamente avanzati, come aerei spia e moduli lunari. Qui è stato concepito, ad esempio, il famigerato bombardiere supersonico Stealth-B2, l’aeroplano realizzato con materiali compositi a base polimerica unitamente a rivestimenti superficiali radar-assorbenti, che lo rendono impercettibile o difficilmente individuabile da molti strumenti di localizzazione, inclusa la vista.
La notizia ancora più riservata, da sempre sulla bocca dei curiosi, è che la base venga impiegata per concepire velivoli non convenzionali, funzionanti con generatori ad antimateria asportati da alcune navicelle extraterrestri catturate in seguito a crash, che permetterebbero di attraversare le barriere spazio-temporali a velocità uguali o superiori a quelle della luce! Robert Scott Lazar, un fisico americano che ebbe modo di lavorare all’interno del sito, affermò di aver visto all’interno dei dischi volanti con caratteristiche sorprendenti: cabine di pilotaggio molto piccole che avrebbero potuto ospitare a malapena un bambino e in nessun caso un uomo adulto, velivoli costruiti con materiali sconosciuti sulla Terra e privi di punti di saldatura, come se l’intero chassis fosse stato fuso all’interno di uno stampo. A ciò si aggiungono le testimonianze di alcuni ex dipendenti, che affermerebbero di aver lavorato a contatto con esseri alieni per lo sviluppo di queste nuove tecnologie e i numerosi avvistamenti giornalieri che i turisti e le equipe televisive di tutto il mondo, hanno immortalato in questi anni con le loro videoriprese e foto.
La troupe televisiva che ha avuto accesso all’area 51, filmando i meandri più nascosti della base come mai nessuno aveva fatto prima, è quella del produttore Peter Yost, collaboratore da sempre delle più grandi redazioni televisive del mondo, tra cui NBC News, Discovery-Times e molti altre. L’uomo ha realizzato per la National Geographic Television un documentario – “Area 51 declassified”- destinato a diventare il numero uno nel panorama mondiale degli speciali d’inchiesta, nel quale vengono mostrati documenti declassificati, filmati, fotografie, interviste a ex dipendenti e tante altre cose sottratte per una vita ai nostri occhi e che lo stesso Yost assicura di rilevanza notevole. Infatti, durante la conferenza stampa, tenutasi nel corso della TCA (Television Critics Association) a Los Angeles, l’uomo ha dichiarato: «il programma televisivo pubblicherà foto e filmati esclusivi all’interno della struttura militare, con interviste a ex dipendenti della stessa Area. Alcune delle cose che ci sono state nascoste sono abbastanza notevoli» – ed ha po aggiunto – «Ormai è fatta! Siamo in possesso di migliaia di documenti e filmati unici. E’ tutto vero, è tangibile e verificabile. Ed abbiamo alcune sorprese! E’ davvero eccezionale essere riusciti ad ottenere dalla base militare ultra-segreta l’accesso a dei documenti militari declassificati».
Non resta allora che aspettare per vedere questo capolavoro sui nostri teleschermi e finalmente conoscere la verità su UFO e alieni.
di Roberto Mattei

sabato 23 febbraio 2013

Tatuaggi temporanei elettronici per la telepatia e telecinesi


Tatuaggi temporanei elettronici potrebbero presto aiutare le persone a far volare droni con il solo pensiero e parlare telepaticamente senza parlare o mandare sms con gli smartphone.

Tatuaggi temporanei elettronici per la telepatia e telecinesiL’Ingegnere elettronico Todd Coleman che lavora presso l’Università della California a San Diego sta approntando i mezzi non invasivi per il controllo delle macchine tramite la mente e questo tipo di tecnica potrà essere utilizzata da tutti.
L’input di comando alla macchina potrà essere dato attraverso l’impulso elettrico del cervello e tutto ciò non è più roba da fantascienza. Negli ultimi anni, gli impianti cerebrali hanno permesso alle persone di controllare sistemi robotici utilizzando solo le loro menti, sollevando la prospettiva che un giorno i pazienti potevano superare la loro disabilità attraverso arti bionici o esoscheletri meccanici.
Ma gli impianti cerebrali sono tecnologie invasive, probabilmente di utilizzare solo per persone che hanno bisogno di intervento medico. Invece, Coleman e il suo team stanno sviluppando dei tatuaggi flessibile che si possono applicare sulla fronte, proprio come tatuaggi temporanei, in grado di leggere l’attività cerebrale.
“Vogliamo qualcosa che possiamo utilizzare nel negozio di caffè per divertirci”, dice Coleman.
I dispositivi sono inferiori a 100 micron di spessore, il diametro medio di un capello umano. Si tratta di circuiti integrati in uno strato gommoso di poliestere, che consentono di essere allungati, di piegarsi con facilità anche in presenza delle rughe. Sono appena visibili, quando sono immessi sulla pelle questi sono facili da nascondere agli altri.
I dispositivi sono in grado di rilevare i segnali elettrici connessi con le onde cerebrali, e di integrare le celle solari per l’alimentazione, poi ci sono le antenne che permettono di comunicare in modalità wireless o ricevere energia. Altri elementi di questo tipo,  possono essere aggiunti anche come sensori termici per monitorare la temperatura della pelle e fungere da rivelatori di luce per analizzare i livelli di ossigeno nel sangue.
Utilizzando i tatuaggi elettronici, Coleman e i suoi colleghi hanno trovato il modo di rilevare i segnali del cervello che riflettono stati mentali, quali il riconoscimento delle immagini familiari. Una applicazione che stiamo facendo adesso è il monitoraggio dei bambini prematuri, per rilevare l’insorgenza di crisi convulsive che possono portare a problemi di sviluppo del cervello o epilessia. I dispositivi sono stanno per essere introdotti nell’ambito della sanità digitale, per i dispositivi medici e prodotti industriali e della difesa. Questi saranno presto commercializzabili.
Questi dispositivi possono anche essere messi su altre parti del corpo, come la gola. Quando la gente pensa di parlare, i loro muscoli della gola possono muoversi, anche se non parlano, un fenomeno noto come subvocalizatione. Tatuaggi elettronici immessi sul collo potrebbe pertanto comportarsi come microfoni subvocali attraverso cui le persone possono comunicare in silenzio e senza fili.
“Abbiamo dimostrato che i nostri sensori sono in grado di ricevere i segnali elettrici dei movimenti muscolari alla gola in modo che le persone possono comunicare solo con il pensiero,” – dichiara Coleman. Tatuaggi elettronici posti sopra la gola potrebbe anche raccogliere i segnali che avrebbero aiuta gli smartphone con il riconoscimento vocale.